In questi giorni si sta tanto parlando della prossima riforma delle pensioni. Si tratta di un tema caldo e divisivo, soprattutto con una maggioranza di governo così ampia ed eterogenea.
L’unico obbiettivo comune è quello di voler superare la legge Fornero e di prevedere delle forme di pensionamento anticipato, non gravando, al contempo, sui conti pubblici.
Secondo alcune indiscrezioni, ad oggi, l’unico punto fermo dovrebbe essere la proroga della cosiddetta “opzione donna”: l’Istituto che consente il pensionamento anticipato delle lavoratrici.


L’opzione Donna piace un po’ a tutti, dai sindacati ai tecnici del governo. I costi di questa misura, infatti, risultano essere contenuti rispetto ad altre forme di pensionamento anticipato. Vediamo meglio di cosa si tratta e a chi spetta questa misura.

Opzione donna, cos’è e a chi spetta?

L’opzione donna è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla normativa.
In particolare, possono farne richiesta le lavoratrici che abbiano maturato:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;
  • un’età pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente e non quella svolta in qualità di lavoratrice autonoma.
Ad ogni modo, si legge sul sito dell’INPS, “ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico”.

Riforma pensioni 2023, ecco di cosa si sta discutendo

Come già detto in apertura, la proroga di “opzione donna” sembrerebbe l’unico punto fermo della prossima riforma delle pensioni.


Ad ogni modo, governo e parlamento starebbero anche valutando le opzioni “Quota 102” e “Quota 100”.
La questione è sempre la stessa: superare la legge Fornero senza gravare troppo sui conti dello stato; oltre che superare la diseguaglianza orizzontale.

Ovviamente, allo stato attuale si tratta di semplici indiscrezioni. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della riforma pensioni 2023.