Arriva il lunedì nero delle tasse. Per imprese e titolari di partita Iva sarà un inferno perchè sono chiamati a versare sia l’Iva sia le ritenute Irpef per i contributi previdenziali dei dipendenti e dei collaboratori. In totale si tratta di 26,9 miliardi di euro, quasi come l’intera manovra finanziaria dello Stato per il 2020.

Un cifra che i titolari di partita iva hanno già messo in conto, ma quando si tratta di pagare è sempre un problema, anche perché stiamo entrando nel periodo natalizio quando le spese aumentano.

 Ma il peggio deve ancora arrivare. A distanza di due settimane, lunedì 2 dicembre, il fisco chiederà alle imprese altri 28 miliardi di euro quali pagamenti della seconda o unica rata degli acconti Irpef, Irap e Inps in scadenza il 30 novembre (sabato). Le società di capitali, invece, pagheranno la seconda o unica rata dell’acconto Ires e Irap. Del resto, in Italia la pressione fiscale complessiva sulle imprese ammonta, secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, al 59,1% dei profitti commerciali, contro una media nei Paesi dell’area Euro del 42,8 per cento.

Sanzioni per chi pagherà in ritardo

Per chi pagherà dopo il 18 novembre scatteranno le sanzioni, come previsto dalla legge. Il contribuente dovrà versare l’1% in più dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il quindicesimo giorno dalla scadenza. Percentuale che sale al 15% se il pagamento verrà  effettuato entro il 90 esimo giorno dalla data di scadenza. Per chi non paga o paga oltre il 90 esimo giorno , la sanzione sale al 30% dell’importo da versare. Tali sanzioni possono essere ridotte usufruendo dell’istituto del “ravvedimento operoso”, a condizione che si versi sia l’importo omesso che la sanzione (opportunamente ridotta) e gli interessi.

Entrate tributarie e contributive +1,1% in 9 mesi 

Nel frattempo il Ministero dell’Economia comunica che le entrate tributarie e contributive nei primi nove mesi del 2019 evidenziano nel complesso una crescita dell’1,1% (+5,567 miliardi) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Il Mef precisa che il dato tiene conto della variazione positiva dell’1,1% (+3,592 miliardi) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive dell’1,2% (+1,975 miliardi). I dati di gettito delle entrate tributarie risultano ancora influenzati dalla proroga al 30 settembre dei termini di versamento di tutte le imposte auto liquidate (Irpef, Ires e Irap) e dell’Iva per i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati gli indicatori di affidabilità (ISA): nel 2018 i versamenti invece sono stati effettuati nel mese di agosto. Per effettuare, pertanto, un confronto significativo dell’andamento delle entrate tributarie del 2019 rispetto all’analogo periodo del 2018, è necessario attendere l’acquisizione dei dati relativi ai versamenti del 30 ottobre.