Dal prossimo anno prenderà il via la lotteria degli scontrini. Come noto il problema dell’evasione fiscale in Italia (oltre 33 miliardi di gettito Iva nel 2018) pesa come un macigno sui conti pubblici, non solo del nostro Paese ma anche dell’intera Unione Europea dove l’intera evasione si attesta a 137 miliardi di euro. La domanda che ci si pone, però, è se la lotteria degli scontrini sarà veramente efficace per contrastare l’evasione.

Più di un dubbio è stato sollevato da esperti e studiosi in materia poiché, se è vero che grazie ai premi messi in palio ogni mese dallo Stato il consumatore è incentivato a chiedere lo scontrino fiscale all’esercente, dall’altro non è ancora stato implementato un sistema di informazioni fiscali tali da incrociare i dati delle fatturazioni con le dichiarazioni iva e quindi scovare gli evasori.

La fatturazione elettronica in grado di scovare in tempo reale i possibili evasori, come noto, è entrata in vigore da pochi mesi e coinvolge solo le imprese che fatturano più di 400.000 euro all’anno. Per tutte le altre bisognerà aspettare.

I dubbi della lotteria degli scontrini

Ma non è solo questo aspetto a sollevare i dubbi sull’efficacia della lotteria degli scontrini. Può infatti capitare che gli esercenti, per non penalizzare il consumatore che ha diritto a partecipare alla lotteria mensile, battano scontrini di importo inferiore al bene o servizio acquistato offrendo al contempo uno sconto o che lo facciano solo su parte dei beni oggetto d’acquisto. Insomma, le vie per fregare il fisco sono tante. Tuttavia, nel complesso, la riforma dovrebbe dare qualche riscontro positivo come già avvenuto in altri Paesi europei che hanno adottato la lotteria degli scontrini.

Il successo negli altri Paesi Ue

A Malta la lotteria degli scontrini ha dato finora buoni risultati con premi in denaro riconosciuti due volte al mese del valore di cento volte il valore dello scontrino, con un tetto massimo previsto dalla legge.

Anche in Romania e Slovacchia la lotteria ha dato buoni riscontri sin dal suo momento di introduzione  nel 2013 I premi sono  uguali per tutti, indipendentemente dalla cifra della transazione che ha originato lo scontrino con il gioco che si articola in diverse estrazioni, con vincite che variavano dai 100 ai 10 mila euro. Più successo ha avuto la riffa in Portogallo dove  la “fatura da sorte” è stata in grado di contrastare gran parte dell’evasione fiscale a partire dal 2014. Per cui, in definitiva, tanto dipende dalla cultura del Paese e dalla propensione dei consumatori al gioco. E da questo punto di vista gli italiani primeggiano in Europa.

Come funziona la lotteria

Ma come funzionerà la lotteria in Italia? Per qualsiasi acquisto di importo superiore a 1 euro, il consumatore potrà chiedere al venditore del bene o servizio di poter partecipare all’estrazione di premi comunicando il proprio codice fiscale. Il venditore rilascerà quindi lo scontrino fiscale con un codice per l’estrazione abbinato al codice fiscale comunicato, sulla falsariga dello “scontrino parlante” emesso dalle farmacie per le detrazioni delle spese sanitarie in dichiarazione dei redditi. Un portale web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dedicato alla lotteria nazionale registrerà tutte le giocate e potrà essere consultato dal contribuente per controllare i risultati delle estrazioni. In ogni caso il sistema emetterà in automatico la comunicazione di vincita del premio al domicilio rilevato dal codice fiscale.

I premi

Dal 1 gennaio 2020 verranno sorteggiati 3 premi al mese in denaro. Il vincitore prenderà 50 mila euro, il secondo 30 mila e il terzo 10 mila. A fine anno, poi, ci saranno altre estrazioni il cui premio finale sarà di 1 milione di euro. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli  gestirà e controllerà le estrazioni che dal 2021 potrebbero anche diventare a cadenza settimanale.

Il montepremi verrà assicurato dal maggiore gettito fiscale che si stima possa raggiungere nella fase iniziale i 10-12 miliardi di euro. Come anticipato, il vincitore verrà informato della vincita e avrà 90 giorni di tempo per richiedere i soldi all’Agenzia dei Monopoli.