Tutti coloro che sono andati in pensione con quota 100 e non hanno ancora raggiunto i 67 anni di età, continuano ad essere assoggettati al vincolo previsto dalla misura che è quello del divieto di cumulo con altre attività lavorative. Infatti con la quota 100 l’unica attività lavorativa che si può svolgere dopo essere andati in pensione e fino ai 67 anni di età, è quella del lavoro autonomo occasionale. Ma anche in questo caso bisogna stare attenti al limite di reddito. Tutti questi divieti terminano con 67 anni di età, quando effettivamente il pensionato raggiunge l’età canonica per la pensione di vecchiaia ordinaria.

E questo ragionamento fatto per la quota 100, è il medesimo che si deve fare con la quota 102, perché il divieto di cumulo di quota 100 è esattamente lo stesso della nuova misura. I rischi però vanno ben oltre la perdita della pensione da parte del diretto interessato. Ed una lettera in redazione ci permette di fugare tutti i dubbi al riguardo.  

“Gentile redazione, vi chiedo di spiegarmi cosa potrebbe accadere al sottoscritto nel momento in cui riprendo a lavorare dopo essere andato in pensione con quota 100. Infatti, sono riuscito a centrare questa uscita anticipata a 62 anni di età dal primo ottobre 2021. Mi sento ancora talmente bene che avrei deciso di riprendere a lavorare, ben conscio del fatto che potrebbero sospendermi o tagliarmi la prestazione pensionistica che sto percependo in questi mesi. Vorrei riprendere a lavorare già dal prossimo mese di novembre, anche perché lo stipendio che andrei a percepire è nettamente più alto della pensione con quota 100, ed un po’ di soldi in più mi farebbero comodo. Posso sospendere la pensione per qualche mese e poi tornare a percepirla?

Cumulare i redditi non sempre è cosa fattibile

Il principio cardine di ogni misura anticipata dovrebbe essere sempre uno. Se un lavoratore decide di andare prima in pensione, lo fa perché o non trova lavoro o perché non ha più le forze per lavorare.

E sarà questo probabilmente il principio che ha determinato l’inserimento del divieto di cumulo dei redditi da lavoro con alcune misure di pensionamento anticipato, prima tra tutte la quota 100. La quota 100 che percepisce il nostro lettore, così come la quota 102, non possono essere cumulate con redditi da lavoro dipendente o da lavoro autonomo in pianta stabile. Pertanto la risposta da dare al nostro lettore è negativa.

Sospensione della pensione o revoca?

Nessuna sospensione della pensione può essere ottenuta, scegliendo di tornare a lavorare per qualche mese e poi riprendere la fruizione della quota 100. Se proprio vuole, può trovare il modo di svolgere un’attività di lavoro autonomo occasionale, soprattutto se la svolge solo per questi ultimi due mesi del 2022 e magari per qualche mese nel 2023. In questo modo, sempre se riesce a restare sotto i 5.000 euro di reddito annuo, può continuare a percepire la quota 100. Se invece non segue questo suggerimento, ed attratto da uno stipendio più elevato della pensione, può benissimo dire addio alla pensione con quota 100. Infatti più che di sospensione si tratterebbe di revoca del beneficio. 

Quando alla sospensione si accompagna la restituzione delle somme incassate di pensione 

Ma c’è dell’altro perché il rischio per il nostro lettore è enorme. Dal momento che tornando a lavorare a novembre, non corre solo il rischio di perdere gli ultimi due mesi di quota 100 del 2022. Il meccanismo adottato dall’INPS è estremamente penalizzante. Perché il semplice ritorno all’attività e la revoca della quota 100, producono anche un effetto arretrato. Dal momento che si parla di anno solare sul divieto di cumulo, il nostro lettore potrebbe essere chiamato a restituire soldi all’INPS. Nello specifico, tutte le mensilità percepite nell’anno solare in cui torna a lavorare.

Nello specifico caso del nostro lettore, dovrebbe restituire le mensilità di pensione che vanno da gennaio a ottobre 2022.