Se la crisi economica è un problema che sta mettendo in ginocchio famiglie, lavoratori e imprese, anche alcune regole da considerare opposte, fanno discutere allo stesso modo. Parliamo per esempio del limite all’utilizzo del contante e anche a quelli sul deposito o prelievo di denaro contante sui conti correnti. Una situazione questa che può sembrare esattamente l’opposto del problema che incontrano le famiglie e i cittadini vessati è una crisi economica senza precedenti. Eppure lo Stato italiano ha delle regole che nascono per contrastare evasione e riciclaggio di denaro, ma che finiscono con l’impedire ai cittadini che sono legittimamente proprietari dei loro soldi, di utilizzarli come meglio credono.

Ma quali sono queste restrittive regole?

“Buonasera, sono una vostra lettrice e mi trovo davanti a un dubbio. Ho da versare in banca 10.000 euro circa che ho ricevuto da mia madre che ha venduto un piccolo appezzamento di terreno ereditato da una zia defunta. Purtroppo mia madre, poco avvezza a conti correnti e banche, ha accumulato la cifra in casa, risparmio dopo risparmio. E me li ha dati in contanti. Ma sento dire che non posso andare in banca a versarli perché rischio qualcosa. Ma di cosa si tratta per davvero? Che rischi corro a depositare soldi su cui possiamo anche spiegare la provenienza?”

Limiti deposito o prelievo denaro contante dal proprio conto corrente, sicuri di sapere tutto?

Forse solo i limiti all’utilizzo del contante sono così fastidiosi come i limiti al deposito di denaro contante sul proprio conto corrente. Anche se come vedremo, i primi sono normati a dovere da leggi e provvedimenti, mentre per i secondi i rischi sono indiretti. I cittadini italiani farebbero meglio a capire bene come funzionano questi limiti e soprattutto come funzionano le normative che regolamentano questo aspetto della vita di tutti i giorni.

La normativa in materia di utilizzo del contante negli ultimi tempi si è implementata di numerose novità.

Ma dal punto di vista dei conti correnti al momento non esiste una legge o una norma che stabilisca con criteri certi e con precisione assoluta quale sia il limite di denaro contante che un contribuente può versare sul proprio conto corrente. Questo perché anche se i soldi passano di mano, cioè passano dal cliente della banca, alla banca stessa, la proprietà del denaro resta sempre del primo. Di conseguenza non esistono limiti al deposito di denaro contante. Nessuna penalizzazione, multa o tutto quello che spesso delle autentiche fake news mettono in luce. Certo, versare cifre ingenti, e 10.000 euro è una cifra che possiamo considerare ingente, non è esente da problematiche.

Cosa accade a versare troppi soldi in un determinato lasso di tempo sul conto corrente

In pratica rispondendo alla nostra lettrice dobbiamo subito dirgli che lei può versare sul proprio conto corrente i suoi soldi in qualsiasi momento e a prescindere dall’importo. Tipico esempio della coppia di neo sposi che hanno ricevuto regali del matrimonio  che poi diventano ingenti quantità di denaro da depositare sui conti correnti. Ma lo stesso vale per soggetti che ereditano soldi in contanti da un familiare deceduto o semplicemente perché ricevano da un familiare un regalo. Ma le motivazioni per cui un soggetto può finire con il dover depositare rilevanti somme di denaro sul proprio conto corrente sono molteplici e nessuno può obiettare sulla possibilità di farlo. Il problema però può nascere dal punto di vista fiscale.

Il grande fratello del fisco italiano

Molti ormai sottolineano come in Italia vige una specie di Grande Fratello amministrativo e burocratico. Grazie alle numerose banche dati che sono a disposizione delle amministrazioni pubbliche ma anche di soggetti diversi dall’amministrazione pubblica, un contribuente può nascondere ben poco.

Per questo motivo depositare determinate somme su un conto corrente può far scattare una allerta da parte del fisco nei confronti di chi effettua questa operazione bancaria. L’Agenzia delle Entrate infatti ha pieno accesso all’anagrafe dei conti correnti della popolazione. E avendo anche accesso all’anagrafe tributaria insieme ai dati presenti proprio nel fisco italiano, queste banche dati possono mettere in luci alcune anomalie. Versare troppi soldi in contanti sul conto corrente senza averne una copertura reddituale in linea può far sospettare il fisco di riciclaggio di denaro o di denaro di dubbia provenienza.

La soglia dei 10.000 euro e cosa significa

Tra l’altro per prelievi o versamenti in contanti superiori a 10.000 euro in un mese, ora gli istituti di credito sono obbligati a comunicare all’Unità di informazione finanziaria italiana (UIF), l’operazione e il nominativo del cliente che desidera farla. Non è necessario che il prelievo o il versamento di denaro contante sia in unica soluzione. Infatti i 10.000 euro prima citati vanno considerati nel mese di riferimento. Quindi anche più prelievi o più depositi che vanno a raggiungere o superare i 10.000 euro in un mese, possono mettere sotto indagine il cliente. In pratica il fisco italiano in situazioni del genere dopo aver avuto la comunicazione da parte della banca, può avviare dei controlli. Chiedendo la provenienza dei soldi al diretto interessato, ma non solo.

Ecco a cosa stare attenti con il limite deposito e prelievo sul conto corrente

In quel caso scatta un obbligo previsto dalla normativa vigente di rispondere all’accertamento del fisco spiegando la provenienza dei soldi. Che se non giustificabili finiranno con l’essere tassati con multe e sanzioni perché precedentemente non dichiarati. I problemi che può avere un cliente di una banca e quindi il contribuente italiano sono i soliti. Nel momento in cui deposita soldi sproporzionati rispetto ai redditi prodotti, i problemi sono fiscali. L’Agenzia delle Entrate oltre a chiedere la provenienza dei soldi, potrebbe presumere che si tratti di redditi non dichiarati nelle dichiarazioni fiscali.

Grazie all’incrocio dell’anagrafe dei conti correnti con i cassetti fiscali dei contribuenti e le dichiarazioni dei redditi dei cittadini, il fisco ha gioco facile. È normale che una persona che ha un reddito prodotto piuttosto basso difficilmente si può permettere di trovare la giustificazione a un versamento di denaro in contante sopra la norma.