Con la recente sentenza della Corte Costituzionale numero 213 del 2016, la legge 104 è stata dichiarata parzialmente illegittima nella parte in cui non prevede la possibilità di fruire dei permessi retribuiti mensili per assistere il familiare disabile anche ai conviventi.

Da oggi, quindi, i permessi della legge 104 saranno allargati, oltre che alle coppie sposate, anche ai conviventi sposando la linea legale che riconosce ai conviventi gli stessi diritti e doveri delle coppie unite da matrimonio. Le famiglie di fatto, quindi, potranno fruire dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104.

La sentenza della Corte Costituzionale, come tutte le sue pronunce, è valida per tutti e non solo per le parti in causa avendo la stessa forza di una legge.

Quali conviventi potranno fruire dei permessi 104?

Potranno fruire dei permessi della legge 104 i conviventi more uxorio, ovvero non coloro che si limitano a vivere sotto lo stesso tetto per condividere le spese, ma coloro che pur non essendo sposati hanno un rapporto di convivenza basato sugli stessi capisaldi del matrimonio, ovvero le coppie che si considerano al pari di una famiglia anche senza essere unite da matrimonio. Si tratta delle cosiddette coppie di fatto che da ora in avanti potranno fruire dei 3 giorni di permesso retribuito per assistere il compagno disabile.

Proprio per questo motivo la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 33, comma 3, della legge 104/1992 che nella versione originale prevedeva potessero fruire dei permessi soltanto i familiari più stretti e le coppie sposate, escludendo, di fatto, i conviventi.