Le pensioni sotto i mille euro sono impignorabili? Di norma si, come confermato dal Decreto Legge n. 115/2022. Attenzione però perché i creditori potrebbero aggirare questo divieto a causa di un pasticcio normativo. A farne le spese potrebbero essere pensionati che vivono con la pensione minima e, quindi, con meno di mille euro al mese. Per capire dove nasce il rischio di pignoramento delle pensioni minime, dobbiamo fare un passo indietro.

Limiti al pignoramento delle pensioni minime: la trattenuta Inps del quinto

Lo spartiacque della procedura è la data del pagamento della pensione.

Prima che venga pagata una pensione, solo l’Inps può procedere con il pignoramento. Questo però deve rispettare i limiti del quinto e lasciare al pensionato il minimo stimato per vivere dignitosamente. Questo minimo vitale corrisponde al doppio  dell’assegno sociale che ogni anno l’Inps rende noto e rivaluta in base all’inflazione. Ecco perché le pensioni sotto i mille euro non sono pignorabili con questa procedura.

Come calcolare il quinto della pensione pignorabile

Facciamo un esempio pratico ipotizzando una pensione di due mila euro.

Se l’assegno sociale ammonta a 503,27 euro, il minimo vitale per l’anno in corso, sulla base del calcolo sopra spiegato, ammonterebbe a 1.006,54 euro. Le pensioni potrebbero subire trattenute solo fino ad un quinto (il 20%) della parte che eccede 1.006,54. Una pensione di 2.000 euro potrà dunque essere pignorata per un quinto di 993,46 euro (ovvero 198,70 euro).

Ma cosa succede se la pensione è stata pagata? I limiti appena visti continuano a valere? A logica si penserebbe ad una risposta scontata. E invece, senza una spiegazione, le cose cambiano eccome.

La banca può pignorare la pensione oltre il quinto?

La regola sulle pensioni accreditate sul conto corrente vuole che il creditore non possa mai pignorare la giacenza esistente alla data della notifica dell’atto di pignoramento se non supera almeno il triplo dell’assegno sociale.

Pignorabile solo l’eccedenza. Torniamo all’esempio dei due mila euro, ipotizzando che questa sia la giacenza sul conto del pensionato con i debiti. La somma a rischio pignoramento, a ben vedere, è di 490,19 euro (pari alla differenza tra 2.000 e 1.509,81). L’ultima pensione non potrà mai essere pignorata. Per tutte le mensilità accreditate dopo la notifica del pignoramento vale il limite di un quinto della pensione. In altre parole il creditore, su ogni mensilità accreditata sul conto, può chiedere al giudice di imporre alla banca o alla Posta di trattenere il 20% e poi girarlo direttamente a lui.

Il rischio è che, con questo escamotage, il creditore possa agevolmente aggirare il divieto di pignoramento delle pensioni di mille euro semplicemente aspettando che queste vengano accreditate sul conto per poi notificare l’atto di pignoramento. Resta salvo il limite di un quinto per ogni mensilità però diventano a rischio pignoramento anche le pensioni minime e sotto i mille euro.

Evitare il pignoramento ritirando la pensione in contanti

Per non cadere in questo paradossale scenario, il pensionato con debiti può valutare di prelevare la pensione direttamente alle Poste, evitando così l’accredito in banca. Le pensioni sotto i mille euro, infatti, possono essere ancora pagate in contanti.