Con una recente sentenza,  la numero 22291 del 2017, la Corte di Cassazione ha stabilito che al dipendente che durante la carriera lavorativa ha fatto straordinari spetta l’indennità sul Tfr. A fronte dello straordinario, infatti, il lavoratore che ha svolto un’attività maggiore in termini di tempo rispetto al normale orario di lavoro, ha diritto a quella che viene chiamata indennità di disagio, un’indennità erogata per compensare il disagio derivante dallo svolgimento di un orario di lavoro maggiore.

Questa indennità di disagio, però, deve andare ad aumentare anche la base di calcolo del Tfr. Il Tfr, così come stabilito dal codice civile, viene erogata al dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro e si calcola sommando per ciascun anno di servizio una pari all’importo della retribuzione annua divisa per 13,5.

Nella retribuzione annua si devono considerare oltre allo stipendio base, anche “tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese”. Sul Tfr, quindi, non devono incidere soltanto i compensi continuativi ma anche l’indennità di disagio erogata per gli straordinari. Nel calcolo annuo, quindi, va considerata anche l’indennità di disagio poiché tale voce viene erogata al lavoratore come corrispettivo per il maggior gravante della prestazione lavorativa.

Il dipendente, quindi, che per una vita ha fatto gli straordinari al lavoro percependo una busta paga più alta, ha diritto anche ad un Tfr più alto.