L’ultimo dato sul tasso di posti vacanti elaborato dall’ISTAT, relativo alle imprese con dipendenti, si attesta all’1,9 per cento per il complesso delle attività economiche. Si tratta di uno dei dati più alti del 2016, anno in cui l’ISTAT ha iniziato ad elaborare questo tipo di misurazioni. In molti, in questi giorni, hanno puntato il dito contro il reddito di cittadinanza; reo, secondo i suoi detrattori, di disincentivare le persone ad accettare un lavoro.
In effetti, l’ISTAT mette in evidenza un quadro abbastanza chiaro: i posti di lavoro ci sono, ma è sempre più difficile che questi vengano accettati.


Questo fenomeno trova maggiormente riscontro nei lavori stagionali; in questo caso, il nesso di causa ed effetto con il reddito di cittadinanza esiste e come.

Come ha scritto di recente Today.it, “attualmente il reddito da lavoro pesa per l’80% e può spingere i percettori a rifiutare il posto per non perdere l’assegno. Ad esempio, se il reddito da lavoro di un beneficiario aumenta di 100 euro, l’ammontare dell’assegno di cittadinanza diminuisce di 80: il guadagno è di 20 euro, nessuno accetta di lavorare per quella cifra”.

Per questo motivo, il governo starebbe mettendo a punto alcune modifiche all’Istituto, soprattutto per quel che riguarda l’attuale meccanismo del cumulo tra sussidio e lavoro. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bisogna rendere maggiormente compatibili il reddito di cittadinanza con il lavoro stagionale

Non è la prima volta che si parla della necessità di superare l’attuale meccanismo del cumulo parziale. Molti soggetti, come chiarito in apertura, preferiscono non accettare un nuovo lavoro per paura di perdere per sempre il sussidio.
Soltanto qualche mese fa, la sociologa Chiara Saraceno, a capo del gruppo di lavoro voluto dal Ministro Orlando, aveva proposto di tagliare l’assegno di cittadinanza del 60%, senza limiti di tempo se si ha un reddito da lavoro e fino alla soglia di incapienza.

Inoltre, considerando al 100% la parte eccedente tale soglia.
In tal modo, si consentirebbe il cumulo tra reddito e una percentuale più elevata della retribuzione.
La svolta, ad ogni modo, potrebbe arrivare a breve. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, insieme ai ministri dell’Economia, Daniele Franco, e del Turismo, Massimo Garavaglia, starebbero lavorando al nuovo piano per superare questo problema. L’ipotesi è quella di mantenere una parte del sussidio, in misura maggiore rispetto a quanto previsto attualmente, a tutti i percettori che iniziano un nuovo lavoro stagionale, anche per i soli mesi estivi.