Torniamo a parlare del lavoro migliore del mondo. Abbiamo scritto diversi articoli su questo argomento: un po’ perché per molti (disoccupati o lavoratori insoddisfatti) sarebbe un sogno poter trovare il posto di lavoro perfetto, un po’ perché, a ben vedere, non esiste solo uno universalmente valido: le aspettative cambiano in base alla residenza, all’età, alle proprie priorità o competenze tecniche etc.

Il lavoro migliore del mondo di cui parliamo oggi è quello selezionato da Glassdoor, un sito internet in cui i dipendenti svelano stipendi e confessano il proprio grado di soddisfazione personale allo stato attuale.

Ebbene stando ai criteri emersi sembrerebbe che il lavoro del futuro sia il data scientist. Questa figura professionale ha il compito di analizzare e interpretare i big data per le aziende. La conferma di quanto questa figura sia richiesta arriva dal boom di domande sul sito: oltre quattromila offerte attive solo sul portale che ha commissionato la ricerca.

Cosa fa del data scientist il lavoro migliore del mondo?

Prima di tutto l’alto grado di soddisfazione e realizzazione di chi già lo fa (4,4 su un punteggio massimo di 5) e uno stipendio medio di tutto rispetto (110 mila dollari lordi l’anno).

Tra le competenze tecniche più richieste negli annunci per la ricerca di data scientist c’è la conoscenza del linguaggio di programmazione Python (esplicitamente indicato nel 72% delle offerte di lavoro). Spesso inoltre i datori di lavoro richiedono conoscenza di R(64%), SQL (51%), Hadoop (39%) e Java (solo 33%). A chi sa usare Python, R e SQL di solito non viene proposto un salario inferiore ai 116 mila dollari e si apre la porta di aziende del calibro di Google e Microsoft.

Ebbene la buona notizia, che forse contribuisce a fare del data scientist un lavoro così gettonato, è che Python, il programma più richiesto, sia anche il più facile di questi da imparare da autodidatta.

Come ha infatti spiegato Pablo Ruiz Junco, ricercatore a Glassdoor, “essendo largamente utilizzato dagli ingegneri software, è agevole condividerlo all’interno di un’azienda e implementarlo con moduli di statistica, di machine learning e di grafica”. Fatta questa premessa non stupisce più di tanto, leggere dai dati raccolti nel censimento aggiornato al 2017 dalla community di data scientist Kaggle, da poco acquisita da Google Cloud, che solamente il 30% dei data scientist hanno un bachelor in computer science (corrispondente alla nostra laurea triennale in informatica) e un altro 18% la laurea triennale in matematica o statistica. Tutti gli altri si sono formati da soli. Certo la concorrenza sta aumentando quindi non si vuole ovviamente scoraggiare chi ha deciso di seguire percorsi di formazione: la specializzazione paga sempre e comunque.

Per completezza indichiamo i lavori che, nella ricerca in analisi, seguono quello di data scientist primo in classifica: sviluppatori (110 mila dollari l’anno di stipendio medio), data engineer (106 mila dollari) e tax managers (110 mila dollari). Come si vede sono figure professionali legate al mondo dell’IT.

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