Peggiora l’occupazione nel secondo trimestre 2020. Il numero di persone occupate subisce un ampio calo in termini congiunturali (-470.000 unità, -2%), dovuto soprattutto alla diminuzione dei dipendenti a termine e degli indipendenti.

Lo rileva l’Istat spiegando che rispetto al secondo trimestre 2019, il numero di occupati scende di 841.000 unità (-3,6% in un anno). Calano soprattutto i dipendenti a termine (-677 mila, -21,6%) e continuano a diminuire gli indipendenti (-219 mila, -4,1%) a fronte di un lieve aumento dei dipendenti a tempo indeterminato.

Crollo occupati nel secondo trimestre

Nella media del secondo trimestre 2020 le dinamiche del mercato del lavoro risentono, ancor più che nello scorso trimestre, delle notevoli perturbazioni indotte dall’emergenza sanitaria. L’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una forte diminuzione rispetto sia al trimestre precedente (-13,1%) sia allo stesso periodo del 2019 (-20,0%). Tali andamenti risultano coerenti con la fase di eccezionale caduta dell’attività economica, con una flessione del Pil nell’ultimo trimestre pari al 12,8% in termini congiunturali.

Il tasso di occupazione scende al 57,6%, in calo di 1,2 punti rispetto al primo trimestre 2020; i giovani di 15-34 anni presentano la diminuzione più marcata (-2,2 punti). Nei dati provvisori di luglio 2020, al netto della stagionalità e dopo quattro mesi di flessione, il numero di occupati torna a crescere (+85 mila, +0,4%) rispetto a giugno 2020 e il tasso di occupazione risale al 57,8% (+0,2 punti in un mese), misurando una positiva reazione del mercato del lavoro alla ripresa dei livelli di attività economica.

Costretti al part time per non perdere il posto

Il calo occupazionale interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale, per i quali nel 63,9% dei casi il part time è involontario. Diminuiscono, inoltre, gli occupati che hanno lavorato per almeno 36 ore a settimana (50,6%, -13,8 punti), a seguito delle assenze dal lavoro e della riduzione dell’orario dovute all’emergenza sanitaria.

Nel confronto annuo, prosegue con maggiore intensità la riduzione del numero di persone in cerca di occupazione (-647 mila in un anno, -25,4%). Si accentua, inoltre, l’aumento del numero di inattivi di 15-64 anni (1 milione 310 mila in più in un anno, +10%), già osservato nel trimestre precedente

+10% giovani inattivi

A soffrire in particolar modo è il mondo giovanile. Per il secondo trimestre consecutivo, aumenta a un ritmo molto più sostenuto il numero di giovani inattivi di 15-64 anni che si attesta a 14,183 milioni. In crescita del 5,5% rispetto al primo trimestre dell’anno e del 10% rispetto allo stesso trimestre del 2019.

Lo rileva l’Istat aggiungendo che la crescita degli inattivi coinvolge in particolare la componente più vicina al mercato del lavoro e le forze di lavoro potenziali. In misura minore quanti non cercano e non sono disponibili.

Coldiretti, lavoro in calo anche nei campi senza stranieri

Anche in agricoltura le cose vanno male. Nel comparto si registra un crollo record del 7% delle ore lavorate anche per effetto del blocco delle frontiere a molti dei 370 mila lavoratori stranieri dai quali dipende quasi 1/4 dei raccolti Made in Italy. E`quanto afferma Coldiretti commentando i dati Istat sul mercato del lavoro nel secondo trimestre 2020.

Nonostante il lockdown, nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma a pesare sui raccolti è stato il mancato arrivo di braccianti dall’estero che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Una mancanza che non è stata accompagnata da misure per favorire l`accesso al lavoro degli italiani come l`introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.