Anche il lavoro in banca è tra quelli a rischio di essere cancellati con l’avvento dei robot. A lanciare l’allarme sono i sindacati siciliani. Una sola macchina allo sportello ha determinato il licenziamento di 333 risorse umane. A 50 anni dalla installazione del primo bancomat, anche nel settore bancario la tecnologia rischia di ritorcersi contro. La sostituzione dei robot alla forza di lavoro umana è partita dagli sportellisti e ora sta arrivando anche ai piani più alti, coinvolgendo i consulenti del lavoro.

Si salvi chi può.

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Banca più umana? No diventerà robotizzata e sarà un danno!

Abbiamo parlato spesso dell’esigenza di rendere più umane le banche, dal punto di vista della gestione del rapporto con i clienti. Eppure la tecnologia sembra andare nella direzione opposta: ai dipendenti si stanno sostituendo le macchine. Non solo bancomat e robot al posto degli sportellisti: il lavoro in banca potrebbe diventare automatizzato anche se più qualificato. Ci sono, infatti, alcuni istituti in cui operano già consulenti informatici che consigliano i clienti sugli investimenti più sicuri o redditizi.

Non stupisce, partendo da questa premessa, il calo a livello occupazionale registrato in banca: solo in due anni meno 145 impiegati bancari. Carmelo Raffa, Dirigente Nazionale Fabi, ha parlato di una vera e propria “gara a chi chiude il maggior numero di sportelli: non c’è un’azienda di credito che non senta la necessità di farlo” tanto che “in molte filiali ormai sino a centomila euro è il computer che gestisce le posizioni finanziarie”. Trovare lavoro in banca (se si è umani) è ancora possibile ovviamente, soprattutto al Nord Italia (Piemonte e Lombardia le regioni con il maggior numero di posizioni aperte). Ma il progresso di automazione e l’avvento dei robot sembra inesorabile anche nel settore bancario e la cosa spaventa non poco.

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