Lavoro per chi lo perde e per chi lo cerca, da gennaio significative novità. Nei licenziamenti collettivi vengono abrogare le procedure di mobilità con la relativa indennità. Diventa operativa l’Anpal, agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Vediamo tutte le novità che partiranno dal 1° gennaio 2017.

Lavoro e mobilità: cosa cambia

Dal 1° gennaio 2017,  i lavoratori licenziati iscritti nelle liste di mobilità 2016 continueranno a usufruire dell’indennità di mobilità. I licenziati dopo il 31 dicembre fruiranno della Naspi che ha sostituito l’indennità di disoccupazione.

La Naspi può essere goduta per un massimo di due anni. L’Inps con la circolare n. 224 del 15 dicembre 2016, ha chiarito i cambiamenti dei decreti legislativi n° 150/2015 e 185/2016 sui disoccupati che possono beneficiare della NASPI. Ha evidenziato il rischio di chi ha diritto alla Naspi e quali errori non bisogna commettere per goderne a lungo.

Lavoro: Naspi e Anpal

La Naspi ( Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), è un sussidio di disoccupazione che spetta ai lavoratori dipendenti che si trovano in stato di disoccupazione involontaria. Possono beneficiare della Naspi, i lavoratori che hanno maturato 13 settimane di contribuzione negli ultimi 48 mesi e di aver accumulato almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente. Il sussidio può essere usufruito per un massimo di 24 mesi.
Il valore della Naspi è determinato secondo un criterio di calcolo che tiene conto della contribuzione individuale dell’ultimo quadriennio, con un valore massimo di 1.300 euro che si riduce del 3% al mese, a partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione. Il lavoratore disoccupato potrà beneficiare della Naspi a condizione alla partecipazione delle iniziative attive proposte dall’Anpal.
La Naspi è inoltre condizionata alla partecipazione del lavoratore disoccupato alle iniziative di politica attiva del lavoro proposte dall’Anpal attraverso le articolazioni dei servizi per l’impiego.

Lavoro: Anpal e assegno di ricollocazione

I lavoratori licenziati potranno registrarsi online sul nuovo portale dell’Anpal per inserire i propri curriculum, rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità ed accedere, da gennaio, all’assegno di ricollocazione.


L’assegno sarà erogato dall’Anpal, e consisterà in un bonus compreso tra 1.000 e 5.000 euro. Il bonus sarà tanto più alto quanto più fragile è la posizione del lavoratore disoccupato.

Assegno di ricollocazione: i destinatari

I destinatari dell’assegno di ricollocazione sono i lavoratori disoccupati percettori della NASpI, la cui durata di disoccupazione eccede i 4 mesi.

Assegno di ricollocazione: in cosa consiste

L’assegno individuale di ricollocazione è spendibile, a scelta del lavoratore disoccupato, presso:

  • i centri per l’impiego;
  • presso i servizi accreditati.

L’assegno è spendibile per ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di lavoro.
Il servizio deve prevedere:

  • affiancamento di un tutor;
  • programma di ricerca intensiva della nuova occupazione e la relativa area, con eventuale percorso di riqualificazione;
  • onere del lavoratore di svolgere le attività individuate dal tutor;
  • onere del lavoratore di accettare una congrua offerta di lavoro rispetto alle sue capacità, aspirazioni e possibilità effettive, in rapporto alle condizioni del mercato del lavoro nel territorio di riferimento nonché al periodo di disoccupazione;
  • obbligo del soggetto erogatore del servizio di comunicare al CPI e all’ANPAL il rifiuto ingiustificato di svolgere una delle attività o di una offerta di lavoro congrua, al fine dell’irrogazione delle sanzioni e sospensione del servizio nel caso di assunzione in prova o a termine.

Assegno di ricollocazione: modalità e durata

Entro due mesi dalla data di rilascio dell’assegno, il lavoratore deve richiedere il servizio di assistenza intensiva. Se non esercita il diritto dell’assistenza intensiva, decade dallo stato di disoccupazione e della prestazione. Il servizio ha una durata di sei mesi, prorogabile per altri sei nel caso non sia stato consumato l’intero ammontare dell’assegno.