Se il lavoro all’aperto determina stati di ansia e attacchi di panico, il dipendente può essere licenziato per incapacità a svolgere la mansione affidatagli o ha diritto ad essere trasferito ad incarichi di ufficio?

Ci ha scritto in merito a questa fattispecie Mauro C. che da sei mesi lavora come fattorino per le consegne a domicilio ma che da una settimana è in malattia per diagnosticata “agorafobia”. “Al solito pensiero di tornare a lavoro e nel traffico mi prende l’ansia ma ho paura a confessarlo al mio datore di lavoro perché non vorrei mi licenziasse.

Volevo sapere: ho diritto ad essere spostato a mansioni in ufficio?”.

Per rispondere al nostro lettore riportiamo il caso affrontato dai giudici nella sentenza della Corte di Cassazione, sez. Lavoro, nella sentenza 3 dicembre 2015 – 10 febbraio 2016, n. 2654. La Suprema Corte si è espressa in questo disposto a favore della dipendente di Poste Italiane impiegata come portalettere che chiedeva di essere assegnata a mansioni in ufficio, compatibili con il suo stato di salute.

Ovviamente deve trattarsi di disturbi e stati d’ansia comprovati e che non si possano ridurre alla mancata volontà di lavorare all’aperto. Nei precedenti gradi di appello il ctu aveva descritto la donna come “un soggetto affetto da disturbi di ordine psicologico, con evidenti incompatibilità con le mansioni da svolgersi all’esterno dell’ufficio”.

Se ritenete la mansione lavorativa che vi è stata assegnata non idonea al vostro stato di salute e volete contattarci per una consulenza gratuita, potete scrivere all’indirizzo: [email protected].

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