Perché quello del maestro/a è considerato lavoro usurante e quello del professore/essa no? In che modo l’età degli alunni può incidere sulla fatica e la gravosità delle mansioni di un insegnante? E’ questa la spiegazione richiesta dai docenti della scuola esclusi dalla lista dei lavori usuranti e, quindi, dalla possibilità di pensione anticipata anche in caso di innalzamento dell’età pensionabile come adeguamento all’aspettativa di vita (uscita invece prevista per i colleghi delle scuole dell’infanzia e negli asili nido).

Una disparità di trattamento che, senza giustificazioni, rischia di generare un paradosso anche per quanto riguarda le categorie di lavoratori ammesse all’Ape Social.

Età pensione congelata per maestri ma non per professori: ecco perché

Se, come probabile (salvo interventi correttivi last minute), dal 2019 l’età della pensione subirà per tutti, ad eccezione dei lavoratori che svolgono mansioni usuranti, un aumento dovuto all’adeguamento all’aspettativa di vita, i maestri di asili nido e scuole dell’infanzia potrebbero avere un trattamento diverso dai colleghi delle scuole primarie, medie e superiori.

Lavori usuranti: esclusioni e polemiche

Questa disparità di trattamento in ambito scolastico non è l’unica che lascia perplessi in seguito alla pubblicazione della lista dei lavori usuranti. Stesso discorso può essere fatto, ad esempio, in merito all’inclusione degli infermieri che fanno turni di notte e alla contestuale esclusione dei tecnici di radiologia.
Anche in questo caso non si capisce quale differenza possa esserci in un’ottica di stress energetico o psichico e di deterioramento fisiologico ai fini della qualifica del lavoro come usurante oppure no.

Un recente studio commissionato dall’ INPDAP ha peraltro confermato che i casi diagnosticati come sindrome di Burnout tra gli insegnanti sono in aumento.
Questa patologia comporta:

• ansia;
• attacchi di panico;
• calo dell’autostima;
• esaurimento fisico.