Fra i lavori usuranti che permettono l’accesso alla pensione anticipata c’è anche il lavoro notturno. Il tema, benché regolamentato dalla legge, necessita di revisione che sarà affrontata con la riforma delle pensioni che vedrà la luce il prossimo anno.

Per il prossimo 14 ottobre 2020 le parti sociali sono convocate al Ministero del Lavoro dalla ministra Nunzia Catalfo per discutere anche del pensionamento anticipato dei lavori usuranti. Fra questi rientra anche il lavoro notturno, regolamentato – secondo i sindacati – da criteri troppo rigidi.

Pensione anticipata per lavoro notturno

Attualmente i requisiti per ottenere la pensione anticipata per chi svolge lavori notturni cambiano in base ai turni di lavoro svolti nel corso dell’anno. Chi ha svolto da 64 a 71 turni notturni per anno può ottenere la pensione di anzianità con 63 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi e quota 99,6 per i lavoratori dipendenti. Oppure con 64 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi e quota 100,6 per i lavoratori autonomi.

Chi invece ha svolto da 72 a 77 turni notturni per anno può ottenere la pensione di anzianità con 62 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi e quota 98,6 per i lavoratori dipendenti. Oppure con 63 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi e quota 99,6 per i lavoratori autonomi. Tutti i requisiti sono validi fino al 31 dicembre 2026.

Lavori usuranti, regole troppo rigide per chi lavora di notte

Per i sindacati queste misure sono troppo rigide e devono essere riviste. Il lavoro notturno è infatti considerato usurante solo se organizzato in turni. Almeno 6 ore comprensive della fascia tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per almeno 64 notti l’anno. Inoltre, è usurante solo il lavoro svolto in modo ordinario in periodo notturno (almeno tre ore). Il lavoro usurante, poi, deve essere svolto per almeno sette anni (compreso quello di maturazione dei requisiti) negli ultimi dieci. E dal 2018 per almeno la metà della vita lavorativa.

Il “beneficio previdenziale” per i lavoratori che svolgono lavori usuranti è in realtà una piccola cosa rispetto ai 6 anni di allungamento dell’età pensionabile. Se poi analizziamo a fondo, si vedrà che la pensione anticipata non è corrisposta subito, ma a distanza di mesi dalla presentazione della domanda.

Domanda di pensione e finestra d’uscita

La domanda di pensione anticipata per lavori usuranti va presentata entro il 1 maggio per chi matura i requisiti dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno successivo. Quindi, entro il 1 maggio 2021 per chi maturerà il diritto nel 2022. L’istanza deve essere corredata di tutta la documentazione comprovante il tipo di attività svolta e la durata. Si tratta per la precisione di una domanda di verifica dei requisiti da parte dell’Inps a cui seguirà poi la domanda vera e propria di pensione se il beneficio sarà accordato.

Oltre tale data la domanda di verifica sarà comunque accettata, ma bisognerà considerare il differimento del pagamento della prestazione pensionistica pari ad uno, due o tre mesi. Rispettivamente a seconda se la domanda è stata presentata dal 2 maggio al 1° giugno; dal 2 giugno al 31 luglio; oppure dal 1° agosto in poi. Per il comparto Scuola, la presentazione della domanda di pensione, oltre il termine del 1° maggio comporta, in caso di accertamento positivo dei requisiti, il differimento della decorrenza della pensione al 1° settembre e al 1° novembre dell’anno successivo.