Quanto bisogna lavorare e soprattutto, dopo il lavoro, quanto deve durare il periodo di riposo? Un nuovo studio invita a riflettere sull’importanza di alternare questi due aspetti della vita professionale non solamente per il proprio benessere ma anche per ottenere la maggiore produttività. Lavorare troppo, in altre parole, non solo può essere dannoso per l’equilibrio psichico ma anche dal punto di vista prettamente lavorativo è sconsigliato. Lavorare il giusto rende di più: ma chi decide qual è il giusto?

Miguel Ritz, un grande motivatore messicano residente negli Stati Uniti, ha detto a tal proposito che il segreto è fare del proprio meglio ma non di più.

Un gioco di parole che ribadisce l’importanza di dare il massimo sempre ma senza superare anche questa soglia insomma. Lavorare per vivere e non fare del lavoro la propria vita dimenticando affetti e tempo libero.

Questa premessa significa evitare di fare troppi straordinari e dormire le ore di sonno che il fisico richiede ma anche ritagliarsi tempo libero. E in quest’ottica si inseriscono anche le proposte di alcune aziende che prevedono momenti da dedicare allo sport o al benessere (massaggi e yoga per la respirazione) durante l’orario di lavoro.

Una questione, quella dell’orario lavorativo di un dipendente full time, che è molto attuale visto che proprio in questi giorni in Francia si sta discutendo la proposta del presidente Emmanuel Macron di riformare la durata della settimana lavorativa contro la regola delle 35 ore fisse e in un’ottica di maggiore flessibilità organizzativa. Ma, visto il momento dell’anno considerato, la discussione è attualissima anche per i lavoratori autonomi che rischiano di non staccare mai la spina neanche in estate e quindi di non avere ferie.

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