Non è che la riforma delle pensioni 2023 è un rebus irrisolvibile? La domanda è d’obbligo in quanto, per quel che riguarda la riforma strutturale della previdenza pubblica, a partire proprio dal prossimo anno, lo stallo sembra essere totale.

In particolare, la riforma delle pensioni 2023 è un rebus irrisolvibile in quanto purtroppo, in linea con le attese, questa non ha trovato posto nel Def del Governo italiano. Per quella che, tra l’altro, non può essere considerata una sorpresa.

Visto che, dal febbraio scorso dopo l’invasione della Russia in Ucraina, il dialogo Governo-Sindacati sulla riforma si è interrotto.

Al punto che, per esempio, sulla pensione a 62 anni nel 2023 ora c’è all’orizzonte la penalizzazione come compromesso oppure il ritorno alla Fornero.

La riforma delle pensioni 2023 è un rebus irrisolvibile? Ecco come e perché si nutrono forti preoccupazioni

Nel dettaglio, la riforma delle pensioni 2023 è un rebus irrisolvibile, almeno per il momento, in quanto in realtà le priorità sono altre. Il Governo italiano, infatti, è impegnato per contribuire a livello diplomatico affinché finisca la guerra in Ucraina.

Inoltre, c’è la questione gas e rincari che agita l’Esecutivo. Per questo nel Def il capitolo pensioni è assente mentre i Sindacati, tra l’altro, chiedono di stanziare maggiori risorse contro il caro energia e per evitare pesanti perdite di potere d’acquisto per i salari e per le pensioni.

Quali misure per ritirarsi dal lavoro a partire dal prossimo anno?

Ed allora, con la riforma delle pensioni 2023 che ad oggi è un rebus irrisolvibile, quali saranno le misure per ritirarsi dal lavoro a partire dal prossimo anno? Al momento non c’è alcuna certezza. Dato che, per quanto detto, si naviga a vista. Almeno fino a quando il Governo Draghi sul tema delle pensioni non fisserà un nuovo calendario di incontri. Con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil.