Il comitato di esperti incaricato dal Governo per individuare le opportune modifiche da apportare al reddito di cittadinanza ha individuato 10 punti sui cui intervenire. Il beneficio, ricordiamo, sarà rifinanziato dalla legge di bilancio 2022 con cui il legislatore introdurrà anche forme di controllo più stringenti per i percettori.

Alcuni punti della riforma reddito cittadinanza

Non si tratterà di una totale riforma reddito di cittadinanza bensì di un miglioramento dell’attuale sussidio. Secondo gli esperti, gli interventi, dovrebbe interessare solo alcuni aspetti del beneficio senza modificarlo nella sostanza e nella finalità.

Ad esempio, potrebbe essere utile:

  • ridurre il periodo di residenza in Italia richiesto come requisito per chiedere e percepire il sussidio (si dovrebbe abbassare a 5 anni rispetto agli attuali 10 anni)
  • una diminuzione della scala di equivalenza necessaria per individuare i nuclei familiari ammessi al beneficio in base alla loro composizione (servirebbe una scala di equivalenza che ridurrebbe il divario tra famiglie numerose e quelle meno numerose)
  • definire una componente del reddito di cittadinanza destinata all’affitto che sia differenziata a seconda della composizione del nucleo familiare (oggi tale importo è uguale per tutte le famiglie)
  • trovare un giusto compromesso di cumulo tra reddito di cittadinanza e reddito da lavoro dipendente (come strutturato oggi il reddito di cittadinanza disincentiva a lavorare per chi lo percepisce)
  • considerare congrui anche i contratti di lavori di durata di 1 mese (in modo che chi rifiuta avrà ripercussioni sul sussidio percepito)
  • meno limiti di spesa sulla carta Rdc (oggi come oggi l’importo del reddito di cittadinanza caricato sulla carta Rdc deve essere speso entro la mensilità successiva senza possibilità di accumulo; si possono prelevare in contanti solo 100 euro mensili e l’importo del reddito deve esser destinato solo a determinate spese).

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