Così come i contribuenti devono stare attenti alla scadenza del pagamento di tasse e cartelle, così l’Agenzia delle Entrate deve stare attenta al loro invio perché esiste la prescrizione. Così come il concessionario della riscossione ha delle scadenze a cui prestare attenzione. Infatti se queste scadenze vengono disattese da chi chiede il pagamento di tasse e cartelle esattoriali, il contribuente può ottenere il beneficio dell’annullamento del pagamento. La prescrizione infatti è un istituto che ha regole ben precise che vanno rispettate comunque.

Come vedremo, la prescrizione delle cartelle esattoriali e delle tasse e quali scadono nel 2023 ha una risposta che non è del tutto precisa dal momento che le variabili sono davvero tante.  

“Buongiorno mi chiamo Giovanni ed ho un dubbio relativo alla prescrizione. Ho qualche debito relativo a tasse che mi sono dimenticato di pagare e probabilmente ad alcune cartelle. Uso il condizionale perché non mi sembra di aver ricevuto nulla che richiamasse mie mancanze. Ho controllato tra le ricevute e mi mancano i pagamenti del bollo auto 2015 e 2018. Cosa posso fare per verificare se ho davvero questi debiti o se sono scaduti non vanno pagati?” 

Come funziona la prescrizione delle cartelle? 

Tutte le tasse, i tributi, le imposte e tutti i debiti e le cartelle hanno una scadenza prefissata. Anche l’Agenzia delle Entrate deve pensare con attenzione a queste scadenze. Dal punto di vista tecnico la scadenza di questi balzelli si chiama prescrizione. Una cartella prescritta o un debito prescritto sono soldi che il contribuente non è più tenuto a versare e che il concessionario non è più tenuto a richiedere. Le regole però sono differenti in base alla tassa, alla multa o all’imposta evasa oppure alla cartella esattoriale. In pratica cambiano i termini a partire dai quali ciò che è una persona doveva, ora non deve essere più pagata.

 

Quando le cartelle non vanno pagate 

Tutti i contribuenti italiani sono tenuti a pagare le tasse nel momento in cui su di loro grava questo onere. Evadere le tasse è un reato che può portare anche a conseguenze piuttosto gravi. Resta però il fatto che alcune volte proprio per via della prescrizione un contribuente che non è stato ligio dal punto morale può farla franca. In genere le tasse vanno in prescrizione in 10 anni. L’orientamento di diversi tribunali però è differente e accorcia questo termine a 5 anni soprattutto per imposte quali l’IVA o l’IRPEF.  

Quando un bollo auto è prescritto? 

Per imposte quali sono il canone RAI per esempio, oppure il bollo auto, stando ai dettami del Codice Civile, la prescrizione dovrebbe essere decennale. La materia è assai particolare dal momento che nonostante i paletti fissati dalla legge, molti tribunali adottano soluzioni diverse. Per esempio sul bollo auto molte sentenze hanno fissato la prescrizione entro il termine dei tre anni, soprattutto per quelle Regioni che hanno demandato l’incasso del bollo all’Agenzia delle Entrate. Rispondendo al nostro lettore, il conteggio della prescrizione per i bolli che non ha versato parte dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui il bollo non versato scadeva. Per il 2023 quindi, la prescrizione riguarderebbe anche eventualmente il bollo 2019. 

Quando si prescrive una cartella esattoriale 

Per quanto riguarda le cartelle esattoriali in genere la prescrizione varia in base al balzello a cui loro fanno riferimento. Ma che siano tasse e imposte oppure già cartelle esattoriali, bisogna conteggiare anche eventuali comunicazioni o avvisi di pagamento inviati dagli enti preposti. È cosa nota che la prescrizione scatta nel momento in cui una persona non riceve comunicazione alcuna da parte di un ente a cui deve una tassa. Basta un avviso di pagamento, un semplice sollecito per azzerare il conteggio e fare riscattare da capo i termini di prescrizione.