Al giorno d’oggi, i giovani immaginano che i soldi siano tutto, e quando diventano più vecchi sanno che è così“, affermava Oscar Wilde. Il denaro, in effetti, è utile nelle circostanze più disparate. A partire dalle bollette fino ad arrivare ai regali ai nipoti, d’altronde, ogni bene o servizio di nostro interesse richiede un esborso di carattere economico.

Non sempre però si ha il denaro sufficiente a fronteggiare le varie spese. Lo sanno bene i tanti anziani che hanno delle pensioni dall’importo talmente basso da riscontrare delle enormi difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

Da qui la volontà del Governo guidato da Giorgia Meloni di aumentare l’assegno pensionistico a partire dal 2023. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

La pensione aumenta ogni tre mesi per stare dietro ai prezzi: ultime novità

Lo scorso 9 novembre il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha firmato un decreto che dispone l’adeguamento del 7,3% delle pensioni a partire dal 1° gennaio del 2023. In questo modo sarà possibile adeguare gli assegni pensionistici al costo della vita, consentendo agli anziani di avere un importo più alto. Un aiuto indubbiamente importante, ma non sufficiente.

Per questo motivo il Governo starebbe pensando di introdurre dei cambiamenti al metodo di calcolo per la rivalutazione delle pensioni. Entrando nei dettagli, il sistema di indicizzazione del costo della vita per le pensioni potrebbe diventare trimestrale. In pratica il ricalcolo delle pensioni in base all’inflazione non sarebbe più annuale, bensì si registrerebbero degli aumenti ogni tre mesi.

Ritorna la scala mobile?

In questo modo si potrebbe salvaguardare il potere d’acquisto dei pensionati, con l’importo degli assegni che riuscirebbe così ad adeguarsi ai rapidi e preoccupanti rincari dei beni di prima necessità. In vista del prossimo anno, quindi, il governo potrebbe introdurre una legge ad hoc che sembra tanto un ritorno al passato, ovvero alla cosiddetta scala mobile.

 Quest’ultima è stata utilizzata nel nostro Paese fino al 1992. Si tratta di uno strumento economico che vede l’indicizzazione dei salari in base all’aumento dei prezzi.

Se il valore dell’inflazione dovesse essere per un lungo tempo superiore al 10%, quindi, si potrebbe assistere al ritorno della scala mobile. In particolare quest’ultima potrebbe essere utilizzata per offrire un sospiro di sollievo alle pensioni di importo non superiore quattro volte il trattamento minimo, ovvero circa 2.100 euro. Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di supposizioni. Bisogna infatti attendere le prossime decisioni del Governo per vedere cosa cambierà e quali misure verranno attuate per favorire il rilancio dell’economia nazionale.