Una nuova truffa online rischia di diventare un nuovo metodo di estorsione per ignari utenti.  Per gli utenti che abitualmente usano fare sesso online un nuovo pericolo viene dalla rete:  ragazze che si spacciano, dopo aver registrato con cam un video, per minorenni chiedono soldi per non diffondere il video registrato.

La truffa, che inizialmente vedeva le ragazze minacciare l’ignaro partner sessuale di diffondere il rapporto online sui social network, si è evoluta: ora le ragazza dichiarano di essere minorenni facendo intervenire anche “autorità” che indagano sull’accaduto chiedendo a loro volta soldi da versare tramite Western Union.

Da cosa si capisce che le presunte autorità non sono reali? Se una qualsiasi autorità indaga su di noi è tenuta ad indicare le accuse rivolte elencando i diritti dell’accusato, comprese le modalità di nominare un difensore. Nessuna autorità, poi, si sognerebbe di chiedere il versamento di una somma di denaro attraverso un utente privato come Western Union: i versamenti per multe o sanzioni da parte dello Stato, infatti, devono essere effettuati attraverso delle apposite strutture come la Tesoreria dello Stato.

In ogni caso, quindi, l’utente vittima di una estorsione non deve sentirsi ulteriormente minacciato da un eventuale contatto di presunte autorità che non si identificano comunicando il numero di procedura aperta e che chiedono, tra l’altro, il versamento di una somma di denaro: si tratta di una truffa nella truffa volta a impaurire la vittima e spingerla a pagare senza rivolgersi alle autorità. Il consiglio che si da in questi casi è sempre quello di rivolgersi alla Polizia Postale per denunciare la truffa cui si è oggetto.