Il tanto atteso bonus 200 euro non è ancora stato erogato, e c’è già chi deve restituirlo. Il motivo è semplice: il contributo, in alcuni casi, viene erogato dall’INPS ancor prima della verifica dei requisiti necessari per poterlo ottenere.
In caso di somme corrisposte in eccedenza, l’INPS provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali.
Una situazione abbastanza curiosa (se non paradossale), che necessita di ulteriori approfondimenti. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus 200 euro cos’è e a chi spetta

Il bonus 200 euro presto sarà erogato a tutti i cittadini che ne hanno i requisiti previsti dal Decreto Aiuti.
I lavoratori dipendenti riceveranno il contributo direttamente in busta paga dai propri datori di lavoro.
Ad altri soggetti, invece, lo stesso sarà pagato dall’INPS.
Ad ogni modo, oltre ai requisiti reddituali, la normativa prevede anche altri limiti di accesso al contributo. Il problema è che, in determinate circostanze, l’incentivo potrebbe essere erogato ancor prima che vengano effettuati tutti i controllo del caso. Per questo motivo, il bonus 200 euro potrebbe dover essere restituito anche subito dopo il suo pagamento. Ecco cosa può accadere.

Ecco perché potrebbe essere restituito

Ai sensi del comma 4, articolo uno del decreto legge n. 50 del 17 maggio 2022, (decreto Aiuti), il bonus 200 euro viene corrisposto dall’INPS sulla base dei dati disponibili al momento del pagamento, ma è soggetta alla successiva verifica del reddito, “anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’Amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detiene informazioni utili”.
Ad ogni modo, così come specificato dallo stesso Istituto con la circolare n° 73 del 24 giugno, il bonus 200 euro può essere revocato anche nel caso in cui “il trattamento pensionistico che ha dato titolo al riconoscimento dell’indennità una tantum sia revocato o, comunque, tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale”
In caso di somme corrisposte in eccedenza, l’INPS provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali.

Oltre tale periodo di tempo, il contributo non potrà più essere richiesto.