Ecco perché i problemi dell’economia italiana dipende anche dalla politica dei “bonus a pioggia“.

La decisione della banca centrare europea di alzare i tassi di interesse e di non acquistare più i titoli italiani non è stata mandata giù dagli esponenti politici del centro destra, che in questi giorni stanno gridando al “complotto dei poteri forti”.

Per il leader della Lega, Matteo Salvini, “è in corso un attacco del sistema finanziario, Bce, Commissione europea, Parlamento europeo, contro l’economia italiana, il lavoro e il risparmio degli italiani”.

Insomma, la situazione economica e finanziaria italiana, per Salvini, dipenderebbe dalle scelte delle grandi Istituzioni europee. Una rappresentazione della realtà che di certo non convince molti esperti; i quali ribattono dicendo che per anni l’Italia ha preferito la politica dei bonus a pioggia al posto di interventi strutturali.

L’ex membro del board della Banca Centrale Europea, Lorenzo Bini Smaghi, intervistato di recente da Repubblica, ha commentato l’attuale situazione italiana. Ecco cosa ha detto.

Nessun complotto contro l’Italia, ma troppi bonus regalati

L’Economista italiano, ex membro della BCE, di recente ha rilasciato un’intervista a Repubblica, commentando l’attuale situazione economica e finanziaria italiana.

Per Bini Smaghi, sostanzialmente, non esiste nessun complotto contro l’Italia; affermando (un po’ sotto le righe) che si tratterebbe di una narrazione creata per meri scopi elettorali.

Piuttosto, spiega l’Economista, il problema sta nelle mancate riforme strutturali. In Italia, si preferisce la politica dei bonus a pioggia, costosi e molte volte inutili, anziché risolvere i problemi reali dell’economia, a partire dall’enorme debito pubblico.

In effetti, soltanto qualche settimana fa, la Cgia di Mestre ha pubblicato un’indagine nella quale si afferma che attualmente sono presenti circa 40 bonus, che, in questo ultimo triennio (2020-2022), ci costeranno quasi 113 miliardi di euro. Alcuni di essi sono stati essenziali, soprattutto per far fronte agli effetti economici negativi dovuti all’emergenza sanitaria del coronavirus e al più recente conflitto in Ucraina; altri, invece, sono stati erogati anche a chi non ne aveva un effettivo bisogno.

“Il messaggio che percepiscono gli investitori, spiega Bini Smaghi, è che non c’è intenzione di affrontare i problemi strutturali. Perciò considerano l’Italia più rischiosa. L’Italia non ha usato il tesoretto dei bassi tassi accumulato dal 2015 con il Qe per aumentare gli investimenti e ridurre il debito, al contrario di altri: ora è in una situazione più difficile”.