Una delle novità più importanti del 2023 è che è stata introdotta la data di fine per il reddito di cittadinanza. In pratica è stata stabilita la data a partire dalla quale il reddito di cittadinanza non sarà più una misura del sistema assistenziale italiano. Tale data è il primo gennaio 2024. A partire da quella data quindi stop al reddito di cittadinanza che dovrebbe venire sostituito da altre misure di cui non è ancora chiaro il meccanismo, il nome o la portata. Per il momento però, misura confermata anche per l’anno nuovo appena entrato.

Nel 2023 molti gli italiani che continueranno ancora a prendere la misura. Anche se per sfruttarla in pieno e per prendere tutte le mensilità che ancora ci sono davanti, bisogna sapere bene cosa fare.

“Buonasera mi chiamo Paolo e sono un beneficiario del reddito di cittadinanza ormai da oltre due anni. A dicembre non ho preso il sussidio perché mi sono scaduti i 18 mesi di beneficio. Ho rifatto domanda a dicembre ma ho un problema assai particolare. Nel 2021, che sarebbe l’anno di riferimento dell’ISEE che mi accingo a richiedere, mio figlio ha lavorato come stagionale. Ed il suo reddito di quell’anno finirà con l’incidere sull’ISEE del 2023. E quindi sul mio reddito di cittadinanza. Ho paura che non me lo diano più nonostante ho 63 anni di età e sono un soggetto che dovrebbe avere diritto a 12 mesi ancora di sussidio. Come posso fare per evitare di perdere questo diritto e questi soldi che mi servono in maniera impellente per poter continuare a vivere?”

Il nuovo reddito di cittadinanza 2023, cosa cambia?

Il nostro lettore ha centrato perfettamente uno dei problemi fondamentali a cui andranno incontro quanti si troveranno a dover rinnovare il RDC per l’ultima volta. Dal momento che dal primo gennaio 2024 la misura sparirà, chi non rientrerà nella misura la perderà per sempre.
Tutti i nuclei familiari che al loro interno non hanno persone di oltre 60 anni di età, oppure minorenni o invalidi, potranno percepire il reddito di cittadinanza soltanto fino al mese di luglio o per soli 7 mesi. Le famiglie invece che hanno al loro interno quelle persone prima citate, potranno beneficiare del sussidio per tutti i dodici mesi del 2023. Il nostro lettore avendo oltre 60 anni di età dovrebbe essere uno di questi. Usare il condizionale è una cosa logica dal momento che ciò che ci dice sul reddito del figlio, è un potenziale problema alla continuità di fruizione del beneficio. Effettivamente, per poter percepire ancora una volta il reddito di cittadinanza il nostro lettore dovrà rinnovare l’ISEE e dovrà farlo in base ai redditi e ai patrimoni del 2021.

ISEE 2023 coi dati del 2021, altrimenti ecco la versione corrente

isee
L’ISEE 2023 deve essere fatto dai contribuenti con tutti i dati patrimoniali e reddituali di tutti i componenti il nucleo familiare, ma rapportati al 2021. Mentre nel 2022 l’ISEE faceva riferimento al 2020, quello nuovo fa riferimento al 2021. E la condizione di numerose famiglie rischia di cambiare sensibilmente. E il nostro lettore ne è l’esempio lampante. Tra l’altro chi ci scrive ha perfettamente ragione nell’essere preoccupato. Nell’ISEE della sua famiglia entreranno effettivamente anche i redditi di suo figlio che nel 2021 lavorava. Rinnovando l’ISEE, alla luce del reddito del figlio, il nostro lettore potrebbe anche essere escluso dal beneficio. O magari potrebbe perdere mensilità di beneficio. A meno che non si adopera a richiedere l’ISEE corrente. Infatti potrebbe dare maggiore risalto al fatto che il figlio oggi è disoccupato rispetto al reddito che lo stesso figlio produsse nel 2021. E la soluzione è proprio l’ISEE corrente.

Cosa deve fare il contribuente che deve puntare all’ISEE corrente

In altri termini il nostro lettore dovrà presentare prima l’ISEE ordinario come al solito.
Inserendo i dati del figlio compresi quelli del lavoro stagionale svolto da quest’ultimo nel 2021. Dopodiché, dovrà provvedere a segnalare all’INPS la variazione reddituale del figlio oggi disoccupato che non ha più quel reddito del 2021 dovuto al lavoro stagionale. In pratica occorrerà produrre l’ISEE corrente, soluzione questa che porterà l’ISEE del nucleo familiare del nostro lettore ad abbassarsi e a rientrare probabilmente nei limiti e nelle soglie previste per il reddito di cittadinanza stesso. L’ISEE corrente non fa altro che avvicinare l’indicatore alla situazione finanziaria, patrimoniale ed economica di una famiglia, alla realtà attualizzata.

Come sfruttare gli ultimi mesi del reddito di cittadinanza senza perdere nulla

In passato il ritardo nella presentazione della domanda del reddito di cittadinanza, piuttosto che il ritardo nell’invio di un documento, o ancora la sospensione del beneficio per qualche tempo, non era un fatto grave. Ciò che variava in casi come quelli prima citati, era sostanzialmente la scadenza del periodo di 18 mesi. Chi al posto di presentare la domanda del reddito di cittadinanza a gennaio la presentava a febbraio, percepiva il sussidio da marzo e non da febbraio. Il conteggio dei 18 mesi partiva da marzo quindi, e il mese di febbraio veniva recuperato alla fine, con il sussidio che anziché scadere a luglio dell’anno successivo, scadeva ad agosto. Lo stesso che accadeva a chi non rinnovava a gennaio l’ISEE, portando l’INPS a sospendere il sussidio fino a ISEE rinnovato. Una cosa come quella prima citata adesso non porta a nessun recupero. Chi perde mensilità di sussidio le perde per sempre. Questo perché come già detto la misura scompare dal sistema nel 2024.