Importi che cambiano da un mese all’altro, adempimenti burocratici più o meno chiari da espletare, e sempre un occhio a redditi, patrimoni, composizione del nucleo familiare. Tutto questo quello che devono fare i beneficiari del tanto discusso e forse discutibile, strumento di contrasto alla povertà. Il reddito di cittadinanza può sembrare una semplice misura assistenziale, un semplice sussidio. Ma dietro c’è un apparato normativo assai particolare che mette i beneficiari in particolari condizioni e li costringe spesso alla massima attenzione.

 

“Buonasera, sono un beneficiario del reddito di cittadinanza percepito la prima volta l’anno scorso, precisamente a settembre 2021. Per il trimestre 2021 e gennaio 2022, ho percepito solo 250 euro al mese di sussidio. Da febbraio di quest’anno gli importi sono saliti in maniera più dignitosa. A gennaio dopo aver fatto il nuovo ISEE, nel mese di febbraio ho percepito 300 euro di sussidio. Da marzo ad agosto invece ho preso esattamente 500 euro. Mi hanno detto essere la soglia massima che posso prendere avendo reddito zero e zero patrimoni adesso. A settembre invece, controllando sul portale ho notato che tornerò a prendere 300 euro. Non capisco tutte queste variazioni dal momento che la mia condizione non è cambiata per niente. Tutto questo nonostante ho provveduto, come il patronato mi ha detto, a presentare l’ISEE ordinario e poi l’ISEE corrente. Variazioni di importo che non mi permettono di pianificare un bel niente nella mia vita. Grazie per le vostre delucidazioni.” 

Reddito di cittadinanza la guida al calcolo del sussidio  

È una materia complicata quella del reddito di cittadinanza, sia dal punto di vista delle richieste che dei requisiti e perfino nel calcolo degli importi spettanti. Infatti i fattori che influenzano il sussidio vanno ben oltre la semplice presentazione dell’Isee da parte dei richiedenti. Per esempio, al variare di alcune situazioni reddituali e patrimoniali, il beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto a presentare all’INPS il modello correttivo, ovvero il modello RDC/COM.

I motivi che influenzano l’importo del reddito di cittadinanza quindi sono variabili e suscettibili di variazioni in corso di fruizione del beneficio. Il cambiamento di alcune condizioni familiari, o di quelle reddituali e patrimoniali possono essere dei fattori.  

Isee ordinario e Isee corrente, le differenze  


Approfondendo il caso specifico del nostro lettore appare evidente che tutto dipende dalle sue condizioni reddituali o patrimoniali dal momento che come importo percepito, sembra certo che si tratti di un soggetto singolo e senza un nucleo familiare composto. I repentini cambi di importo del reddito di cittadinanza che ha subito, non possono che derivare da una variazione di queste componenti da parte dello stesso beneficiario del sussidio. Variazioni che dipendono anche dall’Isee e che il suo Patronato, giustamente, gli ha consigliato di produrre nella versione corrente. Si tratta della versione dell’Isee che consente di dare una situazione più vicina alla realtà del contribuente. 

L’anno di riferimento della DSU è troppo lontano nel tempo 

L’Isee ordinario, cioè quello che comunemente tutti gli interessati ottengono ad inizio anno, riguarda redditi e patrimoni di un nucleo familiare rapportati ai due anni precedenti quello in cui si presenta la DSU. Quest’ultima è la dichiarazione sostitutiva unica che il richiedente l’Isee deve produrre all’INPS. Troppo lontano nel tempo quindi il quadro che si fa di una famiglia con un Isee ordinario. Per questo è stato introdotto l’Isee corrente, che può essere richiesto da chi ha subito negli ultimi mesi una variazione piuttosto evidente sia delle condizioni reddituali che di quelle patrimoniali. 

Rinnovare l’Isee corrente è necessario 

Tornando al quesito del nostro lettore possiamo interpretare ciò che è successo. Nel 2021 a settembre, l’INPS nel quantificare il reddito di cittadinanza a lui spettante ha utilizzato l’Isee 2021 riferito all’anno 2019.

A febbraio 2022 invece ha usato l’Isee ordinario 2022, riferito all’anno 2020. Nel momento in cui il nostro lettore ha prodotto l’ISEE corrente, è stato quest’ultimo quello preso come riferimento dall’INPS per calcolare l’importo del reddito di cittadinanza spettante a partire dal mese di marzo. Questa è l’unica ipotesi che possiamo fare per quanto riguarda il quesito del lettore. Ad avvalorare la nostra tesi il fatto che il reddito di cittadinanza a settembre per il nostro lettore è tornato quello di febbraio, cioè quello collegato all’Isee ordinario.  

Occhio alla scadenza della versione corrente della DSU

Non ci sono dubbi al riguardo perché l’Isee corrente al contrario di quello ordinario che vale fino al 31 dicembre dello stesso anno in cui viene richiesto (salvo variazioni), scade dopo 6 mesi. In pratica il nostro vettore che probabilmente a marzo ha ottenuto l’Isee corrente, deve provvedere a rinnovarlo di nuovo dal momento che era valido fino al 31 agosto 2022. Appena il nostro lettore provvederà a rinnovare l’Isee, l’INPS tornerà ad utilizzare la versione corrente e non quella ordinaria è il sussidio del nostro direttore tornerà a 500 euro e non più a 300 euro.