Sono tanti i dubbi che possono emergere nel momento in cui si cerca di accedere ad una prestazione assistenziale come può essere il reddito di cittadinanza ma non solo. Soprattutto alla luce di alcune evidenze normative. I requisiti di accesso ad una misura assistenziale sono sempre ricchi di vincoli e paletti. E poi c’è l’ISEE, documento necessario per tutte le tipologie di domande per prestazioni di questo genere. Un certificato assai particolare, che tiene conto di numerosi fattori, dai redditi ai patrimoni, tanto immobiliari che mobiliari.

E sui conti correnti, il cui saldo (ma anche la giacenza media) va inserito nell’ISEE, questi dubbi aumentano. Un nostro lettore ci chiede:  

“Salve, vorrei un suggerimento per risolvere un problema che è nato mentre stavo presentando la domanda del reddito di cittadinanza. Pare infatti che per via di un conto corrente cointestato col mio anziano padre, supero la soglia del patrimonio mobiliare sull’ISEE. Non trovo giusto questo perché di fatto i soldi su quel conto corrente non mi appartengono. Mio padre è anziano e la contestazione è stata una scelta praticamente obbligata visto che spesso alcune operazioni in banca le vado a fare io. Come posso fare per entrare comunque nel reddito di cittadinanza?” 

Il conto corrente cointestato può penalizzare le richieste di reddito di cittadinanza 

Il caso del nostro lettore non è certo isolato dal momento che è soprattutto in presenza di parenti anziani che la contestazione di un conto corrente con un soggetto più giovane e assai frequente. La possibilità di operare sui conti correnti intestati a un genitore passa proprio dalla contestazione del conto. Purtroppo però la normativa vigente che riguarda l’ISEE, impone di inserire come patrimonio mobiliare di un soggetto interessato alla certificazione, tutti i saldi e le giacenze medie di tutti i conti, i titoli di deposito e di qualsiasi altra forma di risparmio bancario.

Ovunque ci sia il nome del richiedente l’ISEE, come risulta dall’anagrafe dei conti correnti, i dati devono essere riportati. Anche non incidendo sul reddito queste somme depositate in banca o presso gli uffici di Poste Italiane, possono incidere su alcune prestazioni che tengono in considerazione anche il patrimonio mobiliare di un nucleo familiare.  

Il reddito di cittadinanza ha nella componente patrimoniale uno dei principali fattori utili alla corresponsione 

Il saldo di un conto corrente cointestato va inserito nella DSU per richiedere l’ISEE, al 50% se gli intestatari sono due. Regola questa valida anche per il conto corrente cointestato con un genitore che non fa parte del nucleo familiare di chi richiede l’ISEE. Per questo anche questo conto corrente incide sul diritto a determinate prestazioni. Il reddito di cittadinanza è una di queste prestazioni. Va sottolineato che sul reddito di cittadinanza il patrimonio immobiliare di un singolo non deve superare i 6.000 euro. L’alternativa ad abbandonare il genitore lasciandolo unico intestatario di un conto corrente, con tutte le limitazioni che è una situazione del genere può produrre, è solo una. Si chiama delega alla firma l’alternativa utile a risolvere questo problema per per il nostro lettore.  

Come funziona la delega alla firma sui conti correnti  

Al posto di farsi cointestare il conto corrente con un genitore, nel sistema bancario esiste uno strumento che si chiama delega alla firma. Si tratta della facoltà concessa al titolare del conto corrente, di delegare un altro soggetto ad operare sullo stesso conto corrente. Con questa delega colui che è delegato può effettuare operazioni su conto corrente, per nome e per conto del titolare. Rispetto alla classica contestazione di un conto corrente però la delega alla firma ha delle limitazioni che a volte possono far propendere la scelta verso la prima soluzione.

Per esempio, con la delega, il delegato non può accedere o richiedere l’estratto conto. Inoltre è fatto divieto al delegato di emettere assegni collegati a quel conto corrente oppure di provvedere alla chiusura del conto corrente. È naturale che per chi non ha esigenze di questo tipo, cioè non deve effettuare quelle operazioni negate con la delega e ammesse con un conto cointestato, la prima opzione potrebbe essere utile a salvaguardare il proprio ISEE.  

Con la delega nessun dato va inserito nell’ISEE 

Tornando al quesito del nostro lettore, se si fa delegare dal padre uscendo fuori dalla contestazione del conto corrente, non sarà più tenuto a inserire nel proprio ISEE il 50% del saldo presente sul conto corrente. In questo caso nulla più ostacolerebbe il diretto interessato a poter richiedere il reddito di cittadinanza è finalmente, a percepirlo. Parlare solo di reddito di cittadinanza però è riduttivo, perché non mancano altre misure di carattere assistenziale, bonus e indennità che hanno un limite del patrimonio mobiliare da rispettare. L’opzione delega alla firma quindi può tornare utile anche per percepire prestazioni diverse dal reddito di cittadinanza, che altrimenti con conto cointestato potrebbero essere perdute.