Sono molte le coppie in Italia che per il concepimento di un figlio devono far ricorso alla c.d. inseminazione artificiale. Una pratica diffusa che, attraverso un particolare trattamento, permette alle donne con non riescono ad avere una gravidanza naturale, di giungere al concepimento.

Consiste nel collocare un campione seminale, del partner o di un donatore, nell’utero della donna. Con questo procedimento aumentano le possibilità di gravidanza rispetto ai rapporti sessuali.

Ricorrere all’inseminazione artificiale comporta, comunque, un costo di non poco conto.

Diversi sono i centri specializzati nel nostro Paese che la praticano. Nella maggior parte dei casi si tratta di strutture private. Parliamo di somme che si aggirano sui 5.000 euro e oltre.

La domanda è se questa spesa è detraibili ai fini IRPEF al pari delle altre spese sanitarie.

Prestazioni specialistiche detraibili

Tra gli oneri sanitari detraibili al 19% rientrano anche le prestazioni mediche specialistiche, le spese di assistenza specifica e analisi le indagini radioscopiche le ricerche e applicazioni, le terapie.

L’Agenzia delle Entrate, nella Circolare n. 24/E del 2022 (ed in altri documenti precedenti), indica un elenco di spese sanitarie specialistiche ammesse allo sgravio fiscale. Si tratta delle seguenti:

  • esami di laboratorio
  • controlli ordinari sulla salute della persona, ricerche e applicazioni
  • elettrocardiogrammi, ecocardiografia
  • elettroencefalogrammi
  • T.A.C. (tomografia assiale computerizzata)
  • risonanza magnetica nucleare
  • ecografie
  • indagini laser
  • ginnastica correttiva
  • ginnastica di riabilitazione degli arti e del corpo
  • seduta di neuropsichiatria
  • dialisi
  • cobaltoterapia
  • iodioterapia
  • anestesia epidurale, inseminazione artificiale, amniocentesi, villocentesi, altre analisi di diagnosi prenatale
  • massofisioterapia
  • osteopatia.

Il predetto è, comunque, un elenco esemplificativo e non esaustivo.

La detrazione dell’inseminazione artificiale (le condizioni)

Dunque, le spese sostenute per l’inseminazione artificiale rientrano a tutti gli effetti tra quelle detraibili. Nel citato documento dell’Agenzia Entrate è chiarito, tuttavia, che il beneficio spetta per:

  • prestazioni di crioconservazione di ovociti e degli embrioni effettuate nell’ambito di un percorso di procreazione medicalmente assistita. Il trattamento deve essere effettuato nelle strutture autorizzate e dal documento di spesa deve risultare la descrizione della prestazione resa e l’iscrizione della struttura nell’apposito Registro istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità. Il rispetto delle medesime condizioni è richiesto per tutte le tecniche di procreazione medicalmente assistita (ad esempio, inseminazione, fecondazione in vitro, ecc.)
  • prestazioni di crioconservazione degli ovociti e degli embrioni, così come le spese sostenute per il trattamento di iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI), nell’ambito di un percorso di procreazione medicalmente assistita, sostenute all’estero a condizione che siano eseguite per le finalità consentite in Italia e attestate da una struttura estera specificamente autorizzata ovvero da un medico specializzato italiano. In questi casi, la documentazione sanitaria in lingua estera deve essere corredata da una traduzione in italiano sulla base delle regole generali.

La spesa è detraibile da entrambi i componenti della coppia ed in particolare è detraibile dal soggetto intestatario della fattura.

In caso di fattura cointestata la detrazione spetta al 50% ciascuno. Se trattasi di struttura privata non convenzionata ASL, è necessario che il pagamento sia sempre fatto con strumento tracciabile (assegno, bonifico, carta di credito, ecc.).