Nella relazione di fine mandato e Rendiconto sociale 2017-2021, il CIV INPS (Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS) emergono dati preoccupanti in merito al contenzioso che gli italiani hanno in essere con l’istituto nazionale di previdenza sociale, con spese di non poco conto che finiscono per gravare sul bilancio dell’istituto stesso.

Il CIV, ricordiamo, è l’organo di indirizzo strategico dell’Istituto. Predispone le linee di indirizzo generale e approva la relazione programmatica, che definisce gli indirizzi strategici che l’Istituto dovrà perseguire nel periodo di riferimento.

Delibera in via definitiva l’approvazione del bilancio preventivo, del bilancio assestato e del rendiconto consuntivo generale dell’INPS, nonché i piani pluriennali e i criteri generali dei piani di investimento e disinvestimento.

I dati del contenzioso INPS

Il presidente di fine mandato del CIV INPS, che ha presentato la relazione in commento, è Guglielmo Loy, il quale evidenzia come per ’INPS, nel periodo 2019-2021, il tasso di soccombenza nelle liti con i cittadini abbia pesato circa il 10% sui costi di gestione dell’Istituto.

Ciò, in termini monetari, si traduce in spese legali per circa 200 – 300 milioni di euro ogni anno. Stiamo parlando di spese per onorari agli avvocati e rimborsi da erogare ai ricorrenti. Nel circa 40% dei casi l’INPS risulta perdente nelle cause.

Sono mezzo milione gli italiani che sono in lite con l’istituto. Il più delle volte oggetto del contenzioso è una pensione non riconosciuta, un assegno pensionistico non corretto rispetto a quello effettivamente spettante o decurtato per un motivo non valido.

Si contano quasi un milione di domande di pensione di invalidità arretrate e da lavorare. L’INPS dovrebbe concentrarsi a migliorare le troppe disfunzioni, invece che fare campagne incomprensibili. Questa in sintesi la dura analisi del presidente Loy.

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