L’infortunio sul lavoro non sempre viene risarcito, lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7388/15.

I giudici della Corte di Cassazione, hanno deciso in merito ad un caso di infortunio sul lavoro e richiesta risarcimento danni. Vediamo insieme il caso.

Infortunio sul lavoro: il caso

L’infortunio riguarda una dipendente della Regione Emilia Romagna, che era scivolata nel corridoio di un garage posto al secondo pianto interrato della sede del datore di lavoro. La dipendente chiedeva il risarcimento dei danni patiti in seguito alla caduta avvenuta all’interno dell’edificio dove vi era la sede datoriale.

Infortunio sul lavoro: la sentenza

I giudici di primo grado e successivamente della Corte di Cassazione, hanno esaminato il caso e constatato che l’incidente non è attribuibile alla responsabilità del datore di lavoro. Per i giudici il danno non è risarcibile.

Ecco cosa si legge in sentenza: “le valutazioni delle risultanze probatorie operate dal Giudice di appello sono congruamente motivate e l’iter logico-argomentativo che sorregge la decisione è chiaramente individuabile, non presentando alcun profilo di manifesta illogicità o insanabile contraddizione. Inoltre, contrariamente a quanto lamentato dalla ricorrente, la Corte territoriale ha debitamente considerato tutte le circostanze emerse nell’ambito della ricostruzione fattuale dell’infortunio occorso, rispetto alle quali i riferimenti al d. lgs. n. 62611994 non appaiono dirimenti. Diverge, evidentemente, il giudizio sulla valenza delle stesse al fine di ritenere sussistente ovvero escludere la responsabilità del datore di lavoro”. Ma, la Corte territoriale, con motivazione corretta sotto il profilo giuridico e congruamente articolata, ha ritenuto che non potesse configurarsi una responsabilità civile a carico del datore di lavoro….”

Leggi anche:

Inail: tutelato anche chi usa la bicicletta