Probabilmente uno dei settori che più ha sofferto della crisi economica di questi anni e dell’emergenza pandemica con tutti i lockdown che si sono susseguiti nel tempo è stato il settore dei lavoratori autonomi ambulanti. il blocco dei mercati, delle fiere e degli eventi a rischio assembramenti, hanno avuto un impatto notevole sul settore dei commercianti, soprattutto quelli itineranti come i cosiddetti ambulanti. Il settore ha subito davvero un bruttissimo colpo che ha finito con il mettere in ginocchio molti di loro.

Infatti statistiche alla mano, sono moltissimi i lavoratori ambulanti che in questi lunghi mesi di crisi, hanno deciso di chiudere. Chiusure definitive delle attività che inevitabilmente hanno ricadute economiche non indifferenti per lavoratori e famiglie. Molti però non sono a conoscenza di una valida possibilità di ottenere un indennizzo a sostegno del loro reddito. Una indennità mensile erogata da parte dell’INPS, quasi come fosse un ammortizzatore sociale qualsiasi.  

“Gentile redazione, volevo capire se potete darmi una mano voi che senza dubbio né sapete più di me. Dopo 30 anni ho deciso di chiudere la mia attività. Per trent’anni ho fatto il venditore ambulante ma adesso la mia attività non è più sostenibile. Spese più alte delle entrate, poche vendite e tasse mi costringono alla decisione definitiva. Ho deciso quindi di chiudere e mi trovo davanti ad un autentico bivio della mia vita, perché a 62 anni non ho i requisiti per la pensione e sono costretto, mio malgrado, a rivedere la mia vita. Potete dirmi se alla luce di quello che ho spiegato, avrei diritto a qualche aiuto da parte dello Stato, senza necessariamente dover richiedere il reddito di cittadinanza?” 

Cos’è l’indennizzo commercianti per chi chiude l’attività 

Il nostro lettore effettivamente si trova in una situazione abbastanza complicata dal momento che la decisione che ha maturato, probabilmente dettata dalla crisi economica di questi anni, lo porta, nonostante la veneranda età, al punto di partenza, cioè a trovare come andare avanti.

Il riferimento che fa al reddito di cittadinanza non è lontano dalla realtà dal momento che questo strumento riguarda proprio le persone che si trovano in difficoltà economica piuttosto seria, con patrimoni e redditi sotto determinate soglie e senza lavoro. Per la tipologia di attività che lui svolge però, c’è un’altra opportunità, con meno limitazioni rispetto a quelle del reddito di cittadinanza. Una misura completamente differente come struttura. Parliamo del cosiddetto indennizzo commercianti, una misura istituita dall’INPS che permette di godere di un trattamento simile ad una pensione, per tutti gli anni che mancano per raggiungere effettivamente la quiescenza a 67 anni. L’indennizzo riguarda i commercianti che chiudono definitivamente la loro attività ed è una misura nata con il decreto legislativo numero 207 del 28 marzo 1996.  

L’indennizzo commercianti aperto anche ai lavoratori itineranti 

La misura quindi è in funzione da oltre 25 anni ma non mancano commercianti che sembra non la conoscono. Soprattutto i commercianti ambulanti. Anche i commercianti ambulanti hanno questa opportunità, cioè di recuperare dall’INPS l’indennizzo commercianti. Anche per loro l’unico vincolo riguarda la licenza che va definitivamente restituita al Comune presso cui era stata aperta. Inoltre occorre cancellarsi definitivamente da eventuali registri come può essere quello della Camera di Commercio. In pratica restituendo la licenza (o rottamandola come si dice in gergo), il nostro lettore può avere diritto a questo indennizzo. L’indennità per commercianti è dedicata a quanti interrompono la loro attività commerciale a partire dai 62 anni di età per gli uomini e dai 57 anni di età per le donne. Avendo proprio 62 anni il nostro lettore, se decide davvero di chiudere per sempre l’attività, nulla sembra poterlo ostacolare in questa sua eventuale richiesta.

 

A quanto ammonta l’indennità  

Un valido strumento di aiuto quindi è disponibile per chi ci scrive. Infatti l’indennità è pari a 524,35 al mese per il 2022. L’indennità sia adegua all’incremento del costo della vita. Pertanto la cifra prima citata è suscettibile di variazioni ogni anno e nel 2023 dovrebbe salire per via dell’elevato tasso di inflazione registrato. Resta il fatto che si tratta di un valido aiuto e delle situazioni al limite della sopravvivenza come lo è quella del nostro lettore.