Può capitare a chiunque di essere vittima di un incidente stradale e in alcuni casi, purtroppo, le conseguenze possono essere anche fatali. Un incidente stradale in cui qualcuno perde la vita o riporta lesioni molto gravi si ripercuote, inevitabilmente, sui parenti della vittima che patiscono sofferenze morali e, a volte, anche dei pregiudizi economici.

Il responsabile del sinistro in cui qualcuno perde la vita o riporta gravi lesioni può essere citato in giudizio per il risarcimento dei danni morali subiti dai parenti? A pronunciarsi al riguardo è la Corte di Cassazione.

Secondo i Supremi giudici i familiari delle vittime possono chiedere in giudizio il risarcimento di danni patrimoniali e non: danno economico derivante dalla perdita di un congiunto per un illecito altrui (come nel caso dell’incidente stradale) quando la vittima aveva un ruolo importante economicamente nella famiglia: si pensi al marito o alla moglie che lavorano, i congiunti subiranno un danno economico ingente poiché la vittima non potrà più contribuire al benessere economico del nucleo familiare. Il risarcimento può essere chiesto dal coniuge e dai figli della vittima, anche se maggiorenni e economicamente indipendenti. Possono chiedere il risarcimento dei danni anche i congiunti particolarmente vicini alla vittima (padre, madre, sorelle o fratelli ecc…).

Ma non solo il danno patrimoniale deve essere risarcito. Chi perde una persona cara a causa di un illecito altrui, o se la persona cara subisce menomazioni a causa di un incidente stradale, la sofferenza patita dai familiari non è solo economica ma anche psicologica e morale, sofferenze che durano nel tempo.

I risarcimenti dei parenti delle vittime di incidenti stradali possono chiedere il risarcimento del danno morale sofferto, del danno biologico e del danno esistenziale che portano a mutamenti in peggio della propria vita. I risarcimenti spetteranno ad ognuno dei congiunti della vittima che dimostrino di aver subito il danno, ovvero coniuge o convivente, e figli.