Tra gli incentivi per investimenti al Sud c’è un programma di cui non si parla molto: è quello che prevede agevolazioni, a dire il vero molto interessanti, per chi realizza attività nelle cd Zes, Zone Economiche Speciali. Quali sono, secondo quali criteri vengono selezionate e che vantaggi ha chi investe in queste aree? Andiamo con ordine.
La mappa individua aree portuali strategiche per il commercio con l’estero. Caratteristica comune di tutte le ZES è l’inter-regionalità. Si parte a febbraio con due Zes: Napoli-Salerno e Gioia Tauro.

Poi seguiranno a breve anche Bari-Brindisi, Augusta (in Sicilia, tra Catania e Siracusa), Palermo, Cagliari e Taranto. Da ultimo è stato aggiunto anche un porto che inglobi l’Abruzzo e il Molise. In altre parole, come si può dedurre, si tratta di un’evoluzione delle zone franche in ambito doganale.
Previsti per chi investe in queste zone del Mezzogiorno bonus che possono arrivare fino a 50 milioni di euro, crediti di imposta e tempi dimezzati per le pratiche burocratiche e le autorizzazioni. Unico requisito per gli imprenditori: restare operativi per almeno sette anni.

Perché gli incentivi per le Zes non sono pubblicizzati?

Insomma i vantaggi per chi investe in queste aree non sono indifferenti. Allora perché se ne parla poco? Volendo pensare male potremmo pensare che le Zes potrebbero essere una carta da calare in vista delle elezioni. I criteri selettivi sono senza dubbio più rigidi rispetto al bonus Resto al Sud per gli incentivi occupazionali ma si tratta in ogni caso di una possibilità molto importante, sia per gli imprenditori (locali ma anche stranieri) che vogliono investire che per i Comuni che ne trarrebbero vantaggi indirettamente.