Gli italiani (e non solo) continuano a fare i conti con il caro benzina. Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il prezzo è arrivato alle stelle. Un litro di gasolio ha toccato oltre i 2,40 euro arrivando a costare anche più della benzina (cosa mai successa fino a prima).

In realtà è vero anche che la guerra in atto può aver influito sui costi del carburante e giustificare, in parte, l’aumento. Qui, però si assiste ad un trend quotidiano di crescita che, come denunciato già da qualcuno nei giorni scorsi, ha anche il sapore della speculazione.

Se poi si pensa che sul prezzo del carburante si stanno ancora pagando le accise per la ricostruzione della diga del Vajont e per la guerra in Etiopia, forse qualche riflessione in più il nostro Governo dovrebbe farla. A tutto ciò si aggiunge l’IVA, che in questo caso non colpisce il costo puro del barile bensì è applicata su quello comprensivo anche delle accise stesse. Insomma tassa che colpisce tassa.

Incentivi auto elettriche non è la soluzione

L’aumento dovrebbe essere un incentivo in più per gli italiani all’acquisto di auto elettriche o quanto meno ibride. Tuttavia, è un cane che si morde la coda, visto che anche il costo dell’energia elettrica non è da meno agli ultimi aumenti.

D’altronde, nel recente decreto energia, proprio il Governo ha stanziato nuove risorse pluriennali, fino al 2030, con l’obbiettivo di favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive. Inoltre sono previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti. Manca però il decreto attuativo a queste misure.

Ciò che servirebbe nell’immediato, invece, è un serio intervento per abbattere questo sconsiderato aumento prezzi. Si fa strada, quindi, un nuovo provvedimento, che potrebbe arrivare entro giovedì 17 marzo 2022 di questa settimana, con cui l’esecutivo guidato da Draghi pare voglia intervenire con un taglio delle accise che garantisca una diminuzione del prezzo carburanti di 15 centesimi di euro per ogni litro.

Una misura che, tuttavia, a nostro parere, comunque, non risolverebbe il problema. Tagliare 15 centesimi di euro a litro è un contentino non accettabile. Se oggi 1 litro di gasolio arriva a costare 2,40 euro al litro, con il taglio significherebbe 2,25 euro al litro. Uno scotto ancora abbastanza caro.

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