Fine degli incentivi auto. Il finanziamento per l’acquisto di nuove automobili meno inquinanti contro la rottamazione di vecchi modelli sembra esaurirsi a poco più di due mesi dall’avvio.

Contrariamente alle previsioni, l’atteso rifinanziamento non è stato inserito nel testo di conversione in legge del decreto di Agosto approvato dal Senato. Il testo passa ora alla Camera dove può essere modificato, ma le probabilità che siano di nuovo stanziati i fondi per incentivi auto appaiono abbastanza ridotte. Col forte disappunto delle associazioni del settore.

Soldi esauriti, fine degli incentivi auto

Secondo il Centro studi Promotor il mancato rifinanziamento degli incentivi auto nella fascia con emissioni comprese tra 91 e 110 grammi di CO2 al chilometro è un clamoroso autogoal dello Stato.

Gli incentivi a carico dello Stato per le autovetture ricadenti in questa fascia di emissioni erano fissati in 1.500 euro per gli acquisti con rottamazione e 750 euro per quelli senza rottamazione. Si tratta di cifre largamente inferiori al gettito Iva che proviene dalla vendita di un’autovettura con emissioni di CO2 comprese tra 91 e 110 g/km.

E’ quindi del tutto evidente che il rifinanziamento degli incentivi per questa fascia di autovetture, che è la più richiesta tra quelle incentivate, darebbe un contributo notevole al ridimensionamento del calo del gettito iva derivante dalla vendita di autovetture nuove nel 2020”.

Secondo le stime del Centro Studi Promotor, nel 2019 questo gettito è ammontato a 7,9 miliardi. Nel 2020, con il venir meno degli incentivi per la fascia di auto sopra indicata, questo gettito potrebbe ridursi a 5,2 miliardi. Con un calo rispetto al 2019 di 2,7 miliardi. Questa pesante contrazione delle entrate fiscali, secondo il Centro Studi Promotor, può essere ridotta. A patto che governo e parlamento decidano tempestivamente di rifinanziare lo stanziamento degli incentivi auto per vetture con emissioni comprese tra 91 e 110 g/km.

Unrae, governo non danneggi settore auto

Anche per l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae) si tratta di una scelta che sfiora l’autolesionismo.

Anche perché gli incentivi auto già varati e presto esauriti hanno ravvivato un mercato in fortissima crisi e salvato posti di lavoro. E hanno anche prodotto in poche settimane un maggiore incasso per lo Stato e contribuito positivamente al Pil.

Le misure, che si sono complessivamente autofinanziate, hanno infatti fruttato ulteriori 58 milioni di euro incrementali in gettito Iva. Altre ai maggiori introiti legati all’immatricolazione dei veicoli, tra cui l’IPT. Così Federauto e Unrae hanno stigmatizzato il mancato rinnovo degli incentivi per il rinnovo del vetusto parco auto italiano.

I dati diffusi nei giorni scorsi sulla confortante ripresa del mercato grazie agli incentivi – dicono le associazioni – sono la dimostrazione tangibile di quanto sia stato efficace questo strumento”.

Rispetto al mese di settembre dello scorso anno assistiamo, nello stesso periodo, all’immatricolazione di oltre 13.600 vetture in più (+9,5%). Ed ad un incremento del 47,4% di auto rottamate. Inoltre, il beneficio ambientale è palpabile. Le emissioni medie di CO2 delle vetture immatricolate sono scese a livelli minimi (da 118,4 a 105,6 g/Km), circa l’11% in meno.

Secondo le associazioni, a questo punto è necessario un intervento urgente, da parte del governo e della politica, per sostenere un settore, come quello dell’auto, che vale il 10% del Pil nazionale. Settore da cui dipendono migliaia di piccole e medie aziende, con decine di migliaia di posti di lavoro attualmente a rischio.