Riforma del sistema di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro al via. Maggiore tutela della salute dei lavoratori è obiettivo del governo nel piano di riforma dell’Inail.

Lo ha annunciato la ministra al Lavoro Nunzia Catalfo dicendo che la prossima settimana inizieranno le discussioni al Ministero per una riforma dell’assetto previdenziale a tutela dei lavoratori, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi in materia di Convid-19.

Più tutele per la salute dei lavoratori

La prossima settimana tornerò a riunire il tavolo contro gli infortuni sul lavoro“.

È la promessa che la ministra Nunzia Catalfo ha fatto di recente, con l’obiettivo di gettare le basi per un vero e proprio piano di prevenzione già con la prossima legge di bilancio. “Quello della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è stato uno dei primi temi che ho voluto affrontare dopo il mio insediamento. Spesso si parla dei morti sul lavoro come di numeri, ma non dobbiamo mai dimenticarci che sono persone“, aggiunge Catalfo precisando che “prima dell’emergenza sanitaria, al Ministero del Lavoro si sono svolti numerosi incontri ed ho avviato anche una consultazione pubblica rivolta a tutti gli stakeholders (oltre 200 i contributi ricevuti) con l’obiettivo di aggiornare il decreto legislativo”.

Cosa bisogna cambiare

L’esplosione della pandemia ha messo a nudo tutte le debolezze di un sistema previdenziale che dovrebbe tutelare al 100% la salute dei lavoratori. Finora non si erano considerati gli effetti del Covid-19 e solo grazie a interventi temporanei del legislatore con l’Inail si è arrivati a offrire una estensione della tutela assicurativa al personale maggiormente esposto al coronavirus. Occorre però una regolamentazione delle materia più strutturale e dettagliata per non escludere nessuno dal rischio di ammalarsi sul lavoro, anche in previsione di eventi simili che potrebbero ripetersi. “Durante il periodo Covid, questo tema è stato al centro dell’azione di governo – dice Catalfo – anche attraverso il mio impegno in prima persona per la sottoscrizione dei protocolli: due interconfederali implementati da quelli di settore. Ripartiremo proprio da qui, per capire se le priorità di intervento che il tavolo si era dato – vigilanza, formazione dei lavoratori, qualificazione delle imprese e sorveglianza sanitaria – vadano rilette alla luce della pandemia.

La mia intenzione è di arrivare con un pacchetto di primi interventi da inserire già nella prossima legge di bilancio. Ovviamente rimane fermo l’obiettivo di elaborare un piano organico di piena attuazione e aggiornamento del testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” – conclude -.

Gli infortuni sul lavoro nel 2019

Intanto, per quanto riguarda i numeri, l’Inail ha diffuso i dati ufficiali degli infortuni sul lavoro avvenuti lo scorso anno. Nel 2019 le denunce sono state 644.803, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2018 (-0,09%). Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 405.538, di cui circa il 18,6% avvenuti fuori dell’azienda (cioè in occasione di lavoro con mezzo di trasporto e in itinere, nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro). Più nel dettaglio – secondo la relazione Inail – le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.156, in calo dell’8,5% rispetto al 2018. I decessi accertati sul lavoro dall’Istituto sono 628, il 17,2% in meno rispetto al 2018, di cui 362, pari al 57,6%, occorsi fuori dell’azienda (52 casi sono ancora in istruttoria).

Aumentano i casi di malattie professionali

Secondo l’Istituto i dati del 2019 confermano il progressivo incremento delle denunce di malattia professionale all’Inail che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in seguito alle campagne di sensibilizzazione sulla tutela assicurativa e agli interventi normativi che hanno ampliato l’elenco delle patologie che godono della presunzione legale di origine lavorativa. Le 61.201 malattie denunciate nel 2019 sono il 2,9% in più rispetto all’anno precedente e oltre il 40% in più rispetto al 2010.

È stata riconosciuta la causa professionale al 36,7%, mentre il 2,7% dei casi è ancora in istruttoria. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 43.700, il 40,3% dei quali per causa professionale riconosciuta. I lavoratori con patologia asbesto-correlata sono stati poco più di 1.500, quelli deceduti nel 2019 con riconoscimento di malattia professionale 1.018 (il 24,6% in meno rispetto all’anno precedente), di cui 212 per silicosi/asbestosi.