I contributi volontari, come noto, sono utili per coprire periodi utili ai fini pensionistici quando il lavoratore non è occupato. E’ il caso di chi perde il lavoro o chiede periodi di aspettativa o ha un contratto part time.

In questo caso la legge permette, mediante il versamento di contributi di denaro al proprio fondo pensionistico di non restare scoperti. Tali periodi sono quindi utili al raggiungimento del requisito contributivo di pensione o all’incremento della stessa.

Autorizzazione al versamento dei contributi volontari

Da sapere che il versamento dei contributi volontari non può essere fatto di propria iniziativa.

Bisogna chiedere autorizzazione al Inps o al ente pensionistico di appartenenza che comunicherà anche l’importo da versare ogni tre mesi.

Possono chiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari:

  • i lavoratori dipendenti e autonomi;
  • i lavoratori parasubordinati;
  • i liberi professionisti;
  • i lavoratori dei fondi speciali di previdenza (telefonici, elettrici, personale di volo, ecc.);
  • i titolari di assegno ordinario di invalidità o di pensione ai superstiti o reversibilità.

L’autorizzazione al versamento dei contributi è subordinata alla cessazione dell’attività lavorativa e non decade mai. Anche in caso di interruzione dei versamenti, è possibile riprendere il pagamento senza richiedere ulteriori autorizzazioni.

Pagamenti e scadenza

Attenzione ai versamenti dei contributi. La prima cosa da sapere è che queste somme, debitamente calcolate dal Inps, possono essere portate in deduzione nella dichiarazione dei redditi. Quindi c’è un vantaggio fiscale a tutti gli effetti.

Per quanto riguarda le tempistiche, il versamento dei contributi volontari per i periodi arretrati (compresi tra la data di decorrenza dell’autorizzazione e il trimestre precedente a quello relativo al primo modello di pagamento prestampato) deve essere eseguito entro il trimestre solare successivo a quello di ricezione del provvedimento di accoglimento della domanda.

Per quanto riguarda, invece, i periodi correnti (quattro trimestri ogni anno) il versamento deve essere effettuato entro il trimestre solare successivo a quello di riferimento.

Qualora si saltasse anche solo per un giorno la scadenza prestabilita, l’ente pensionistico non accrediterà le somme e la copertura salta. Naturalmente la cifra pagata è restituita al contribuente.

Quindi, attenzione alla data di scadenza perché si rischia di perdere un trimestre di copertura contributiva per gli ex dipendenti, magari utile per andare in pensione.