Per andare in pensione nel 2022 o nel 2023 la differenza potrebbe essere davvero abissale. Proprio al fine di ritirarsi dal lavoro. Perché alle misure certe di quest’anno, per il pensionamento anticipato, si contrappongono le incertezze per l’anno successivo. Basti pensare, giusto per rendere l’idea, che la validità di Quota 102 è solo per quest’anno. Giusto 12 mesi per quella che, per il post Quota 100, è palesemente una misura tampone.

In più, per andare in pensione nel 2022 o nel 2023 per ritirarsi dal lavoro, bisognerà come al solito tenere conto dei due requisiti principali richiesti.

Ovverosia, il requisito anagrafico e quello contributivo.

In pensione nel 2022 o nel 2023 per ritirarsi dal lavoro, la differenza potrebbe essere davvero abissale

Vediamo allora di riepilogare le misure di pensionamento anticipato in essere. E quelle che potrebbero esserci l’anno prossimo. Con la riforma strutturale delle pensioni per la quale sono attivi al momento ben tre tavoli tematici di confronto con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Così come è riportato in questo articolo.

Nel dettaglio, per andare in pensione nel 2022 a 64 anni di età, con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati, c’è la Quota 102. Con 58-59 anni di età le lavoratrici, invece, possono ritirarsi quest’anno dal lavoro grazie ad Opzione Donna. Con il requisito contributivo dei 35 anni di versamenti. Poi, per andare in pensione nel 2022, c’è pure l’Ape Sociale con 30 o con 36 anni di contributi versati. E con il requisito anagrafico dei 63 anni di età.

Differenze abissali tra quest’anno ed il prossimo per il ritiro dal lavoro

Per andare in pensione non nel 2022, ma nel 2023, ad oggi nulla si può dire. Se non avanzare delle ipotesi. Per esempio, con il sistema delle quote, potrebbe tornare l’anticipata a 62 anni come la Quota 100. Ma con il sistema di calcolo contributivo pieno. Così come potrebbe venire alla luce la pensione di garanzia a tutela di chi oggi è un giovane lavoratore.