Per andare in pensione con la Quota 102 dal 2022 e fino al 2026, ecco chi sfrutterà lo scivolo 64+38. Ovverosia, con il requisito anagrafico dei 64 anni di età. Con 38 di anzianità contributiva. Nel ricordare che la Quota 102, salvo proroghe, scatterà a partire dal 2022 ed avrà una durata pari a soli 12 mesi.

Su queste basi, per andare in pensione con la Quota 102 dal 2022 e fino al 2026, la Ragioneria generale dello Stato ha fornito dei dati previsionali proprio sulle uscite con lo scivolo 64+38. Al riguardo si stima che ad andare in pensione con la Quota 102 nel 2022 saranno 16.800 lavoratori.

Saranno 23.500 nel 2023, 15.100 nel 2024 e 5.500 nel 2025. E solo 1.000 nel 2026. Con l’assegno medio, per chi andrà in pensione con la Quota 102 a partire dal 2022 e fino al 2026, che è stimato in circa 26.000 euro annui.

In pensione con la Quota 102 dal 2022 e fino al 2026. Ecco chi sfrutterà lo scivolo 64+38

Ricordiamo che sarà possibile ritirarsi dal lavoro con la 102 dopo che la Quota 100 scadrà il prossimo 31 dicembre del 2021. Comportando un aumento dello scalino anagrafico da 62 a 64 anni di età. Cosa che, proprio grazie al pensionamento di Quota 100, garantirà a regime risparmi per le casse dello Stato italiano pari a 1,8 miliardi di euro. Sempre in accordo con i dati di previsione che sono stati forniti dalla Ragioneria generale dello Stato.

Si potrà inoltre andare in pensione con la Quota 102 dal 2022, ma pure con altri due scivoli principali per quel che riguarda le pensioni anticipate. Ovverosia, con l’Opzione Donna a 58-59 anni. Così come è riportato in questo articolo. Ed anche con l’Ape Sociale e con un requisito anagrafico che è più basso. Rispetto ad andare in pensione con la Quota 102 dal 2022. Se infatti per la 102 servono 64 anni di età, con Ape Sociale 2022 basteranno 63 anni di età.

Attenzione allo scivolo pensionistico 64+38 da rispettare nel 2022

Per esercitare l’opzione di andare in pensione con la Quota 102, i requisiti dovranno essere maturati nel corso del 2022.

Visto che poi dal 2023 tutto potrebbe cambiare con l’attesa riforma strutturale della previdenza pubblica. Con il Governo italiano che al riguardo ha aperto il cantiere coinvolgendo, per il confronto, i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil.