La pensione di cittadinanza è un sussidio finalizzato a contrastare le condizioni di povertà in cui versano persone anziane e non solo. Spetta anche a nuclei familiari in cui sono presenti disabili gravi, non autosufficienti o una persona con oltre 67 anni.

Spetta a pensionati o anziani con età da pensione che hanno un reddito mensile inferiore ai 780 euro: integra l’importo della pensione minima o di altri trattamenti pensionistici. Per accedere a questa misura è necessario riferirsi all’indicatore ISEE.

Che succede se un soggetto va in pensione con il Reddito di cittadinanza e continua a percepirlo? L’INPS potrebbe chiedere la restituzione delle somme indebitamente percepite dal pensionato?

Pensione di cittadinanza: a chi spetta

La pensione di cittadinanza spetta ai cittadini italiani, dell’UE e Paesi terzi con permesso di soggiorno di lungo periodo che abbiano determinati requisiti reddituali e patrimoniali.

Ne hanno diritto coloro che non percepiscono redditi o pensioni e viene erogata a titolo di integrazione al minimo universale anche a chi percepisce pensione di vecchiaia, reversibilità, invalidità civile, pensione anticipata o assegno sociale.

Il reddito ISEE è il parametro essenziale per accedere alla misura in base ai seguenti importi annui:

– 7.560 euro per chi è solo ed ha una casa di proprietà;

– 9.360 euro per il nucleo familiare con casa in affitto;

– patrimonio immobiliare con valore non superiore a 30mila euro;

– patrimonio mobiliare non superiore ai 6mila euro, valore che aumenta di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare fino a massimo 10mila euro;

– nessun veicolo immatricolato da meno di 6 mesi;

– nessun veicolo con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei due anni precedenti;

– nessuna nave o imbarcazione da diporto acquistata due anni prima.

Importo della pensione di cittadinanza, erogazione

L’importo della pensione di cittadinanza è di massimo 780 euro al mese. Se si possiede un’entrata mensile inferiore a questa cifra, si integra fino a raggiungere la soglia massima di 7.560 euro all’anno.

In caso di altri componenti in famiglia, l’importo può arrivare a massimo 15.876 euro all’anno (1.323 euro mensili).

Nelle famiglie con soggetti disabili gravi o non autosufficienti, l’importo aumenta fino a 1.386 euro al mese. Se la famiglia paga l’affitto o la rata del mutuo, è prevista un’integrazione di 150 euro fino ad un massimo di 1.800 euro annui.

In passato, la pensione di cittadinanza veniva erogata con la carta RdC (una Postepay). Quest’anno si riceve come l’assegno ordinario della pensione.

In pensione con il Reddito di cittadinanza: si possono percepire entrambi, per quanto tempo?

Se un soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza va in pensione, il beneficio del RdC decade automaticamente?

Può succedere che un soggetto che va in pensione continui a percepire per diversi mesi il reddito di cittadinanza secondo i dati dell’ultimo ISEE. Essendo titolare di una pensione, c’è il rischio che l’INPS possa chiedergli la restituzione dell’importo del RdC in quanto non dovuto?

Innanzitutto, il titolare della pensione è tenuto ad informare l’INPS chiarendo la sua posizione. In certi casi, la pensione non determina la perdita del diritto al Reddito di cittadinanza. Dipende da quanto la pensione incide sull’ISEE.

Dopo aver informato l’INPS, l’Istituto effettuerà un controllo e deciderà se diminuire l’importo del Rdc o revocarlo del tutto. Può succedere che la misura della pensione non porti alla perdita del diritto al RdC per cui il pensionato potrà continuare a percepire entrambi. In tal caso, però, è più giusto parlare di pensione di cittadinanza.

Se, invece, l’importo della pensione porta alla perdita del RdC, l’INPS può chiedere la restituzione delle somme non dovute al pensionato.