Andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, si può, ma bisogna possedere determinati requisiti. La possibilità di uscita dal mondo del lavoro è quindi consenta dalla legge al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione all’Inps (cosi detta quota 41 o pensione per lavoratori precoci) purchè si abbia lavorato almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni (lavoratori precoci) e si appartenga a specifiche condizioni sociali.

Aver maturato 41 anni esatti di contribuzione consente quindi di presentare domanda di pensione all’Inps, ma è necessario verificare che nel proprio estratto contributivo sia presente almeno un anno di versamenti ai fini pensionistici prima del compimento dei 19 anni.

Lo Stato, infatti, consente la pensione anticipata ai lavoratori meritevoli di maggior tutela previdenziale e cioè coloro che abbiano iniziato a lavorare presto, in età precoce, magari rinunciando a percorsi formativi o di studi per necessità economiche.

Requisiti per accedere a quota 41

Tuttavia il requisito del lavoro precoce di almeno 12 mesi non basta. Per beneficiare del diritto alla pensione con quota 41 è necessario far valere anche uno stato sociale precario o di disagio e cioè:

  • trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento:
  • assistere da almeno sei mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
  • avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74;
  • svolgere attività lavorative usuranti da almeno sei anni negli ultimi sette prima della domanda di pensione;
  • essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

I lavori usuranti

Le categorie dei dipendenti addetti ai lavori usuranti sono le seguenti:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Alternative a quota 41

Per chi non possiede i requisiti di cui sopra per andare in pensione anticipata con 41 esatti di contributi, potrà valutare diverse opzioni di uscita dal mondo del lavoro.

Una di queste è data dal raggiungimento del requisito minimo contributivo di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini. Si tratta quindi di dover lavorare ancora un po’ prima di poter andare in pensione. In alternativa è opportuno valutare anche l’opzione quota 100 che dovrebbe essere confermata anche per il 2020 con la prossima legge di bilancio. Unico paletto da rispettare, indipendentemente dai 41 anni di contributi, è l’età che deve essere di almeno 62 anni compiuti. In questo caso basterebbero anche solo 38 anni di versamenti contributivi all’Inps. Per le donne esiste, poi, anche la “opzione donna” per la quale è sufficiente aver maturato 35 anni di contribuzione e un’età anagrafica di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per quelle autonome. Quest’ultima soluzione è però penalizzante dal punto di vista economico.