Per andare in pensione prima, basta cambiare sesso. Certo la cosa non è semplice, ma neanche impossibile. Qualcuno l’ha presa sul ridere, ma presto o tardi nell’Italia dei pensatori, dei navigati e dei poeti potrebbe saltar fuori anche questa novità.

Del resto nella vicina Svizzera, dove il “procedimento” sembra molto più semplice è già accaduto. Un cittadino ha cambiato sesso all’anagrafe per poter andare in pensione a 64 anni anziché a 65. E non è l’unico caso.

Donne in pensione a 58 anni, uomini a 63

In Italia non è così semplice cambiare sesso, ma per accedere alla pensione con Opzione Donna  si potrebbe fare questo ed altro.

Del resto un uomo che fa lo stesso lavoro di una donna risulta talmente discriminato dalla legge che il cambio di sesso potrebbe anche passare come una operazione moralmente accettabile.

A ben guardare, in effetti, Opzione Donna, lungi dall’essere un viatico per tutelare il gentil sesso in campo lavorativo, rappresenta una forte discriminate nei confronti degli uomini. Vero che Opzione Donna comporta delle rinunce non indifferenti a livello economico sulla pensione, ma consente di lasciare il lavoro almeno 5 anni prima rispetto agli uomini.

La prima possibilità di uscita dal lavoro riservata agli uomini è a 63 anni con Ape Sociale. Ma anche qui, le donne con figli possono beneficiare di uno sconto di 2 anni e quindi sono più avvantaggiate.

Nel complesso, non è poco. Ed è per questo che il governo vorrebbe estendere nella prossima riforma pensioni Opzione Donna anche agli uomini trasformandola in “Opzione per tutti”. Poi ognuno decide per sé cosa fare, ma creare profonda disparità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici è quantomeno poco proficuo.

Come cambiare sesso in Italia

In Italia la possibilità di cambiare sesso con una conseguente riattribuzione chirurgica e anagrafica è regolata dalla legge n. 164 del 1982 e dal decreto legislativo n. 150 del 2011. Il cambio di sesso è quindi sancito da apposita sentenza del tribunale che attribuisce ad una persona un sesso diverso da quello registrato all’atto di nascita.

Il procedimento, benché lungo e tortuoso, è fattibile. Ma coi tempi che corrono rischia di diventare cosa di ordinaria amministrazione. Soprattutto per andare in pensione prima, almeno 5 anni.