Per andare in pensione anticipata nel 2023, qual è l’età giusta per la flessibilità in uscita? E questo perché sul requisito anagrafico c’è uno scarto. Tra l’età che intende fissare il Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

In particolare, 64 anni è l’età giusta per la pensione anticipata nel 2023. Nelle intenzioni del Governo Draghi che, tra l’altro, potrebbe introdurre lo scivolo pensionistico con l’erogazione dell’assegno INPS in due tempi.

In pensione anticipata nel 2023, qual è l’età giusta per la flessibilità in uscita?

Mentre i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil puntano a strappare al Governo le pensioni anticipate dal prossimo anno a partire dai 62 anni di età. E questo proprio al fine di garantire pienamente la flessibilità in uscita. A favore di tutti quei lavoratori che non vogliono aspettare i 67 anni per ritirarsi dal lavoro. Con la maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione INPS di vecchiaia.

Nel dettaglio, la Cgil, la Cisl e la Uil spingono per introdurre la pensione anticipata nel 2023 a 62 anni al fine di riportare il requisito anagrafico al 2021. Ovverosia, quando era ancora in vigore, prima dell’attuale Quota 102, il pensionamento anticipato con la Quota 100. Ovverosia, a 62 anni di età con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Non solo la flessibilità in uscita al tavolo di riforma, ecco le altre misure che sono ancora in stand-by

Oltre alla pensione anticipata nel 2023 a 62, o forse a 64 anni, al tavolo di riforma ci sono altre potenziali misure previdenziali ancora in stand-by. In quanto il dialogo Governo-Sindacati è al momento interrotto a causa della guerra in Ucraina. Sul tavolo, infatti, ci sono altre misure strutturali molto importanti che spaziano dai bonus contributivi per le donne con figli alla pensione di garanzia per i giovani lavoratori di oggi.

Ma anche il rilancio della previdenza complementare.