Ci sono delle età che in base alla normativa vigente in materia pensionistica in Italia, difficilmente offrono la possibilità di poter andare in pensione. Tra l’altro notoriamente il sistema pensionistico italiano è uno dei sistemi più duri dal punto di vista dell’età pensionabile. La riforma Fornero infatti ha portato molto in avanti i contributi utili alle pensioni ma ha fatto altrettanto con le età. Oggi per esempio la pensione anticipata ordinaria si centra una volta raggiunti i 67 anni di età.

Ma addirittura c’è chi, avendo iniziato a versare dopo il 1995, se non raggiunge una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale, vedrà la pensione di vecchiaia slittare a 71 anni di età. Eppure sono molti i lettori che ci chiedono vie di uscita anticipate ad età anche abbastanza giovani. Un tipico esempio è la nostra lettrice del quesito che inseriamo sotto. Una domanda a cui cercheremo di dare risposta.

“Buonasera mi chiamo Daniela e sono una lavoratrice che ha 59 anni di età. Vorrei verificare eventuali possibilità di pensionamento anticipato rispetto ai requisiti ordinari. Ho 28 anni di contributi versati e da poco sono stata riconosciuta invalida in misura pari al 90%. Potete spiegarmi se ci sono delle possibilità di andare in pensione anche se so che avendo solo 59 anni di età sono ancora piuttosto giovane?”

Il sistema pensionistico italiano, le regole ordinarie e le tante deroghe presenti

Così come è piuttosto rigido come età pensionabile il sistema pensionistico italiano è ricco di deroghe. Parliamo naturalmente di deroghe ai requisiti ordinari e all’età pensionabile in vigore. Esistono numerosi strumenti che consentono il pensionamento anticipato di soggetti che rientrano in determinate categorie. Le misure alternative ai 67 anni di età per la pensione di vecchiaia ma utili anche per chi naturalmente non ha raggiunto i contributi utili dalle pensioni anticipate ordinarie che arrivano ben oltre i 40 anni di versamenti, sono davvero tante.

E una delle tante può fare benissimo al caso della nostra lettrice perché consente il pensionamento addirittura a 56 anni di età per le donne.

La misura è particolare e si rivolge esclusivamente a soggetti che hanno avuto il riconoscimento di una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%. Pertanto, se la nostra lettrice effettivamente ha avuto quel grado di invalidità potrebbe rientrare in questa misura. Usiamo il condizionale perché bisogna rispettare tutti i requisiti che la stessa misura prevede. E non siamo in grado di confermare il diritto della nostra lettrice in base alle informazioni che ci offre.

La pensione di vecchiaia anticipata? Ecco quando e perché è possibile

La pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile è una misura di cui spesso si parla ma che pochi utilizzano. Anche perché piuttosto complicata da capire. Con questa misura possono lasciare il lavoro coloro i quali hanno maturato almeno vent’anni di contributi versati e sono stati riconosciuti con una riduzione della capacità lavorativa specifica pari ad almeno l’80%. Le donne possono uscire come abbiamo già detto a partire dai 56 anni di età mentre gli uomini a partire dai 61 anni.

Ma parliamo come abbiamo detto di invalidità specifica e non di invalidità civile. Una distinzione che serve per circoscrivere meglio i potenziali beneficiari di questo strumento. Che si collega alla pensione di vecchiaia e non alle anticipate, perché in effetti prevede una carriera lavorativa non certo lunga come le anticipate invece prevedono. In pratica si può lasciare il lavoro con questa misura anche con i soliti 20 anni di contributi che restano quelli utili alle pensioni di vecchiaia ordinarie.

Invalidità generica, specifica e cosa cambia per davvero

Per invalidità specifica si fa riferimento a quella invalidità diversa dall’invalidità civile che può essere invece definita invalidità generica. Abbiamo usato il condizionale nel rispondere al quesito della nostra lettrice proprio perché non sappiamo se il 90% di disabilità che lei asserisce di aver ottenuto da una commissione medica, è quella civile o quella pensionabile.

Ed è l’unico dubbio che abbiamo, perché dal punto di vista contributivo e anagrafico la lettrice è perfettamente in linea con ciò che la misura prevede. Lo strumento che consente questo pensionamento così anticipato per le donne, come dicevano a partire dai 56 anni di età, prevede che l’invalidità sia quella specifica per le mansioni che la lavoratrice svolge quotidianamente.

Infatti devono essere le commissioni mediche dell’INPS a certificare la riduzione della capacità di una lavoratrice o di un lavoratore di svolgere le comuni mansioni che svolge costantemente durante l’annualità di lavoro. L’invalidità civile invece è una invalidità generica dal momento che riguarda la riduzione della capacità lavorativa a 360 gradi nonché le difficoltà a svolgere anche alcune comuni attività della vita quotidiana.

Cosa deve fare chi crede di rientrare nella pensione di vecchiaia anticipata

È evidente che prima di presentare domanda di pensione la nostra lettrice dovrebbe capire bene che tipo di invalidità gli è stata assegnata. E soprattutto qual è la commissione medica che ha prodotto la certificazione. Per fare ciò può rivolgersi a un patronato per verificare bene il da farsi. Va sottolineato comunque che anche nel caso in cui la sua invalidità sia quella civile e quindi certificata dalle competenti commissioni mediche delle Asl può, se vuole, chiedere all’INPS la certificazione della invalidità specifica. Una volta ottenuta questa certificazione, la lettrice potrebbe utilizzare proprio per sfruttare il canale di uscita anticipato prima citato.