La sperimentazione sul fronte previdenziale per il 2023 si concretizza nella Quota 103. Quanti anni permette di anticipare rispetto alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata ordinaria? E a quale costo? Il miglior modo di rispondere è quello di fare una simulazione con dati e numeri concreti. Prendiamo come caso studio quello di un lettore prossimo alla pensione che ci ha scritto per valutare le possibilità di uscita anticipata.

Nonno a 63 anni. Si può smettere di lavorare subito?

Salve quest’anno compio 63 anni e lavoro, versando contributi, da quasi 41 anni. Il mio ultimo imponibile è di circa 134 mila euro. Quando posso andare in pensione e quanto perderei anticipando l’uscita al 2023 con quota 103 rispetto ai requisiti di vecchiaia? Ora sono diventato nonno e sinceramente preferirei dedicarmi a quest’attività familiare”.

Il quesito del lettore ci permette di mettere a confronto tre scenari di uscita: pensione di vecchiaia, pensione anticipata ordinaria (che ricordiamo è intaccata dalla riforma pensioni) e Quota 103. Per rispondere in modo più preciso abbiamo ipotizzato un dato che il lettore non ha specificato, ovvero la continuazione dei versamenti contributivi senza soluzione di continuità e in misura equivalente all’ultimo imponibile segnalato. Questo dato sarebbe irrilevante per la pensione di vecchiaia ma fa la differenza nell’ipotesi di uscita anticipata ordinaria o tramite Quota 103 sperimentale.

In pensione 4 anni prima con Quota 103 ma quanto si perde sull’importo?

Il neo nonno avrebbe i requisiti per accedere alla Quota 103 nel 2023. Dunque smettere di lavorare subito e godersi il nipotino (o nipotina). Ricordiamo che c’è da rispettare la finestra mobile di quota 103 quindi, verosimilmente, la pensione con quota 103 inizierebbe concretamente da inizio estate. L’importo calcolato secondo i dati a disposizione sarebbe di 2.839 euro lorde corrispondenti a 2.040 euro nette. Centesimo più centesimo meno.

Per la pensione anticipata occorre aspettare due anni in più, dunque il 2025. Un sacrificio ben ripagato perché spetterebbero oltre 5 mila euro lordi per un netto di circa 3.400 euro al mese.

Ancora più importante la penalizzazione di Quota 103 rispetto all’importo della pensione di vecchiaia (che però non arriverebbe prima del 2028. L’assegno lordo supererebbe i 6 mila euro e il netto i 4 mila. In pensione 4 anni (e mezzo) prima con Quota 103 quindi ma con una pensione pari alla metà di quella riconosciuta a 67 anni. Questo almeno fino a fine 2027 per via dell’applicazione del tetto massimo mensile lordo.

Chi sono i più penalizzati da Quota 103

La differenza si deve anche al fatto che in questi 4 anni e mezzo non si versano contributi. Ricordiamo infatti che la quota 103 è incompatibile con redditi da lavoro almeno fino al compimento dei 67 anni (e salvo rare eccezioni). Però è indubbiamente una penalizzazione che non tutti i lavoratori possono permettersi. I più penalizzati da quota 103 sembrano essere i lavoratori più prossimi alla pensione e quelli che guadagnano di più. Nel caso del lettore partiamo comunque da un imponibile medio-alto quindi potrà fare le sue valutazioni di priorità alla luce di questo calcolo. E’ vero che, in casi di pensione più basse, non si andrebbe incontro al tetto massimo mensile però in ogni caso la penalizzazione di quota 103 resta da notevole quindi consigliamo sempre di farsi fare una proiezione esatta della pensione futura.