In un momento storico in cui la progressione dell’informatica apre nuovi (anche se spesso effimeri) spunti occupazionali, l’andamento del clima terrestre impone una riflessione su temi più terreni. Forse mai come quest’anno l’Italia (così come altri Paesi) ha fatto i conti con i danni provocati dalla stagione secca. Tanto che alcune Regioni si sono viste costrette ad accelerare sulla vendemmia, per non ritrovarsi a ottobre con una schiera di grappoli rinsecchiti e inutilizzabili. E se persino l’evento simbolo dell’autunno si ritrova catapultato ad agosto, è evidente che qualcosa non stia andando per il verso giusto.

Colpa del clima, chiaro, con tutte le componenti antropiche a destabilizzare il quadro. D’altra parte, si presenta l’urgenza di ri-focalizzare l’attenzione su un comparto agricolo che, al netto dello sviluppo industriale, resta un motore trainante dell’economia italiana, specie al Sud. Anche per questo l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) ha deciso di promuovere un progetto che strizza l’occhio ai più giovani (potenziali) imprenditori agricoli, mettendo sul tavolo qualcosa come 60 milioni complessivi di finanziamento.

Imprenditori agricoli, progetto giovani

L’obiettivo è favorire un ricambio generazionale del settore, consentendo agli aspiranti giovani agricoltori (o meglio, come detto, imprenditori agricoli) di ottenere l’input base per la propria attività. Chiaramente, si punta anche sull’inserimento: dall’affiancamento a imprenditori esperti fino all’assunzione di un’attività propria. Il che, nei piani, dovrebbe favorire sia il presente che il futuro del comparto intero. Del resto, in ambito agricolo come in altri settori, il problema dei fondi di partenza è abbastanza comune. Per i giovani startupper delle campagne, si profila una sorta di mutuo garantito, per facilitarne l’inserimento, la crescita e il consolidamento nel quadro di un’attività imprenditoriale. E questo, considerando la vocazione agricola italiana, diventa un interessante prospetto futuribile.

Il piano di Ismea

Guai a pensare che i giovani italiani non apprezzino il fascino dell’agricoltura. Anzi, proprio la carenza di posti in altri settori ha spinto le nuove generazioni a rimboccarsi le maniche e a far ritorno, magari, nei propri luoghi di origine. Forti anche degli studi compiuti. Una sorta di generazione di agricoltori 4.0, sorta anche in virtù del colpo di frusta della pandemia. Questo ha consentito di recuperare spirito e tradizioni ma, soprattutto, ha convinto alcune realtà a investire nello sviluppo delle campagne. Cercando di risolvere il problema atavico dei fondi fantasma. Il piano di Ismea, ad esempio, prevede uno stanziamento fino a 1,5 milioni di euro, rimborsabili in trent’anni, per l’acquisto di terreni. Un finanziamento destinato agli imprenditori agricoli al di sotto dei 41 anni di età, con esperienza o con titolo. Chi presenta domanda, dovrà garantire un progetto o di ampliamento della superficie della propria azienda tramite l’acquisto di un altro terreno, oppure di consolidamento attraverso l’acquisto di un terreno già condotto oppure in affitto.

Esperienza e titolo

Attenzione alle differenze fra startupper con esperienza e con titolo. Se nel primo caso viene accolta una categoria di imprenditori fino a 41 anni, nel secondo si fa riferimento a giovani che, al momento della domanda, non dovranno aver compiuto ancora 35 anni. Occhio alle agevolazioni: Ismea prevede un premio forfettario di insediamento fino a 70 mila euro. In pratica, un incentivo a fondo perduto. Non male, specie per i più giovani, che potranno contare “solo” su un finanziamento di 500 mila euro. La nuova generazione dell’agricoltura italiana era già nata. Ora potrebbe avere addirittura i mezzi per crescere.