Alcuni attendono una seconda ondata, in ogni caso, per il momento, il peggio della pandemia Covid sembra essere passato. Dal 10 agosto sono riprese gradualmente anche le visite fiscali. Ma ci sono alcune novità che tengono conto ancora del rischio di contagio da coronavirus. Ecco perché fanno eccezione lavoratori che accusano sintomi ricollegabili al covid: tra questi febbre e raffreddore.

Visite fiscali: riprendono ma non ovunque

Come sopra accennato, la ripresa delle visite fiscali, sospese a marzo, è ripresa ufficialmente il 10 agosto.

Non ovunque con gli stessi tempi però: solo nelle prossime settimane la situazione tenderà ad omogenizzarsi in tutta Italia. Sebbene faranno ancora eccezione i focolai e le zone rosse. Questa riattivazione su più tempi non è l’unica novità: vediamo più da vicino la nuova procedura per le visite fiscali.

Prima di tutto l’Inps analizza i certificati medici: questo passaggio serve ad individuare dalle diagnosi possibili rischi di contagio da Covid 19. Se, ad esempio, il lavoratore a casa in malattia lamenta raffreddore o febbre, non si potrà escludere che sia positivo al COVID-19. Anche a telefono o via citofono, il medico Inps potrà fare domande di routine dettate dal cd triage per accertarsi che non vi sia rischio contagio. Va da sé, comunque, che questo non può essere escluso del tutto. Ecco perché durante la visita fiscale vanno indossati guanti e mascherina, sia dal medico che dal lavoratore.

Riprendono le visite fiscali post Covid: ecco le fasce orarie da rispettare

Restano immutate le fasce orarie da rispettare per le visite fiscali sia per i dipendenti del settore pubblico che privato:

  • i lavoratori privati dovranno essere reperibili nelle fasce 10-12 e 17-19;
  • i lavoratori pubblici rischiano la visita fiscale nelle fasce 9-13 e 15-18.