Dopo varie proposte di modifica del bonus cashback, alla fine, con la Legge di Bilancio 2022, si è deciso per una cancellazione definitiva della misura. La questione è semplice, per la Manovra i soldi a disposizione sono pochi e il cashback è una misura costosa e, al tempo stesso, sacrificabile.

Ma per quale motivo il governo e, in particolare, il Primo Ministro Mario Draghi, hanno da sempre messo in discussione il bonus cashback? Si tratta soltanto una questione economica?

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nell’audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha spiegato le regioni del no definitivo al programma.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Il Cashback funziona ma ha già dato

Soltanto qualche tempo fa, Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, dichiarava quanto segue: “l’introduzione del cashback ha avuto degli effetti positivi sull’incremento di operazioni con Pos”.

Così, bisognava valutare se i benefici della misura fossero adeguati a coprirne i costi, ben 1,5 miliardi di euro. Se così fosse, ha spiegato Franco, nulla impedirebbe di riprenderne la sua attuazione per il primo semestre dell’anno prossimo.

Questo tipo di valutazione, a quanto pare, è stata fatta, e, nell’audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il Ministro ha spiegato che i pagamenti con carta avrebbero continuato ad aumentare anche nei mesi successivi alla sospensione del cashaback.

“l’aumento dei pagamenti tramite pos è stato del 28% in valore. Però, abbiamo visto che nei mesi successivi, durante l’estate, le percentuali di incremento sono rimaste grossomodo invariate: 29% a luglio, 25% ad agosto, 26% a settembre”.

 

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