Soltanto qualche settimana fa, la Cabina di Regia che si è tenuta a Palazzo Chigi ha sospeso il Bonus cashback. A partire dal secondo periodo (semestre) del 2021, dunque, non sarà più possibile ricevere il rimborso per le spese effettuate tramite carte elettroniche di pagamento.

I bonifici delle somme accumulare con il bonus cashback durante il primo semestre saranno comunque effettuati. Ma adesso, il governo sembrerebbe fare marcia indietro. Il Bonus Cashback, nelle parole del Ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, ha avuto effetti positivi e, per tale motivo, potrebbe ritornare.

Bonus Cashback, i motivi della sua sospensione

L’intero programma del bonus cashback, dunque, si è fermato il 30 giugno, al termine del primo semestre. I bonifici delle somme accumulate durante questo periodo, come inizialmente previsto, dovrebbero partire già da questo mese e comunque entro 60 giorni dalla chiusura del periodo.

Ma per quale motivo il Governo ha deciso di sospendere definitivamente il bonus cashback?

Il cashback, spiegano fonti di Palazzo Chigi, “ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori”.

Secondo i primi dati raccolti sul bonus cashback, infatti, i maggiori utilizzatori sono stati gli abitanti del nord Italia, o comunque soggetti residenti in grandi città e con un reddito medio-alto.

La misura, dunque, rischia di accentuare le disuguaglianze favorendo le famiglie più ricche.

La misura potrebbe ritornare, ma sono necessarie ulteriori valutazioni

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nel corso dell’audizione sulle tematiche relative alla riforma fiscale nelle commissioni Finanze di Senato e Camera, ha chiarito che, in realtà, “l’introduzione del cashback ha avuto degli effetti positivi sull’incremento di operazioni con Pos”.

Adesso, però, bisogna valutare se i benefici della misura siano adeguati a coprirne i costi, ben 1,5 miliardi di euro.

Se così fosse, spiega Franco, nulla impedirebbe di riprendere la sua attuazione per il primo semestre del 2022.

 

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