Un duro colpo arriva per imprese e committenti impegnati nei lavori ammessi al superbonus 110. Mentre si discutono e approvano proroghe, e mentre i costi continuano l’ascesa, il premier Mario Draghi, intervenendo alla seduta plenaria del Parlamento UE, a Strasburgo, sferra un duro colpo al settore.

Il superbonus non piace più. Non si è più d’accordo sul questo tipo di beneficio.

L’affermazione arriva proprio dopo che, lunedì sera, il Consiglio dei Ministri, con l’approvazione del nuovo decreto Aiuti, annunciava la proroga ufficiale del SAL a settembre per gli interventi ammessi alla detrazione del 110 effettuati sulle villette.

In dettaglio, la novità è che il 110 spetta anche, in relazione ai lavori su unità immobiliari effettuati da persone fisiche (edifici unifamiliari), per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 (rispetto alla precedente del 30 giugno 2022) siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo (c.d. SAL).

Con il superbonus 110 il costo dei lavori è triplicato

Il superbonus, da quando introdotto, è stato sempre oggetto di continue critiche e di diversi interventi legislativi che ne hanno, nel tempo, modificato la disciplina. Interventi restrittivi che ne hanno notevolmente ridotto il campo di applicazione e fatto venir meno le ragioni per le quali la misura era voluta.

Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus al 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo”, ha spiegato motivando la sua affermazione.

Con queste parole si è espresso Mario Draghi nel corso seduta plenaria del Parlamento UE, a Strasburgo.

In realtà, a nostro parere più che non piacere il bonus 110, ciò che non piace a tutti è questo ingiustificato incremento “triplicato” dei prezzi.

E’ su questo aspetto, più che sul bonus 110, che l’esecutivo farebbe bene ad intervenire con opportune misure di sostegno e, soprattutto, di controllo.